Minaccia nucleare sull’Italia, “Mai visto niente di simile”: cosa dobbiamo preparare

Un dossier di dodici pagine del Ministero della Giustizia sarebbe finito sul tavolo del Tribunale di Roma. Esistono davvero misure contro un attacco nucleare?

 

Chissà se stare a discutere di un possibile attacco atomico nel 2022 debba sorprenderci o no. Certo è che la nonchalance con la quale si tira in ballo il nucleare come deterrente, questo sì è sorprendente.

Italia piano anti-atomica
Foto da Pixabay

Dove non arriva la diplomazia arrivano le armi, anche quelle atomiche. Sembra essere questo, oggi come oggi, il leitmotiv che regge il delicatissimo equilibrio geopolitico. L’incapacità di sviluppare un dialogo è sempre stata la vera ragione dei conflitti. O quantomeno una delle maggiori. E il peggio è che la stessa incapacità è anche quella che impedisce di fermarli. Esattamente quello a cui si sta assistendo con il conflitto in Ucraina, col fronte diplomatico decisamente indietro rispetto a quelli in cui si dà la parola alle armi senza troppi riguardi. Niente di strano che, in un contesto simile, i governi finiscano per pensarle tutte. E l’Italia, da parte sua, non nasconde di temere un attacco nucleare. Anzi, il Ministero della Giustizia avrebbe trasmesso al Tribunale di Roma un documento ufficiale con le contromisure da adottare in caso si concretizzi uno scenario simile.

Altro che distensione. Le minacce, più o meno velate, arrivate dalla Russia hanno generato nel nostro Paese un legittimo atteggiamento di prudenza. Anche se, naturalmente, quello atomico resta uno scenario estremo. Il dossier, lungo circa dodici pagine, è di fatto un unicum nella storia della Repubblica. Anzi, secondo i magistrati ci si trova di fronte a indicazioni che nemmeno negli anni del terrorismo erano mai state prese in considerazione. Un vero e proprio piano di emergenza, che consentirebbe alla popolazione italiana di adottare le dovute misure per casi estremi. Certo è che viene difficile pensare realmente a delle contromisure per un attacco nucleare. Chissà se davvero resterebbe in piedi qualcosa (anche in virtù di alcune simulazioni). Ma tant’è.

Il dossier italiano contro un attacco nucleare: ecco cosa fare

In Italia, come abbiamo visto, esistono diverse basi militari che custodiscono ordigni nucleari, anche se nessuno di questi appartiene all’esercito italiano. Uno stato di cose che, chiaramente, non contribuisce ad alleviare il timore sulle conseguenze di un possibile attacco atomico. Secondo quanto spiegato da Repubblica (che riferisce di aver visionato il documento), sarebbero sostanzialmente quattro le regole da seguire: in primis cercare riparo in una stanza priva di finestre, possibilmente priva di ricezione di trasmissioni radio in modulazione di frequenza. Inoltre, andrebbe riscaldata la stanza in quanto il calore ostacolerebbe l’effetto contaminazione. Terza regola, difendere i propri polmoni con tutte le risorse a disposizione, per poi posizionarsi dietro solidi muri per difendersi dalle radiazioni. Ultimo, chiudere gli accessi d’aria, fessure degli infissi comprese (andrebbero bene anche nastro adesivo e carta).

Dopodiché non resterebbe che pregare e sperare di non essere investiti dalle onde emesse dall’esplosione. Uno scenario realmente apocalittico. Chissà, forse durante la Guerra fredda qualcosa di simile fu messo sul tavolo delle autorità. Il problema è che, per quanto possano essere attivate delle misure di emergenza, anche la ricerca sul nucleare è proseguita negli anni trascorsi dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki. E anche dalla crisi di Cuba è trascorso abbastanza tempo affinché gli ordigni a disposizione delle potenze possano essere stati potenziati. Almeno quel tanto che basta da creare effetti anche più devastanti di quelli avuti in Giappone.

Ma del resto, se l’umanità necessita ancora del nucleare come deterrente alla stabilità internazionale, evidentemente la lezione della storia è solo un mero punto di riferimento. In fondo, anche nell’antichità la scoperta dei metalli fu fondamentale per forgiare armi sempre più efficaci. Il difetto parte da lontano…

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