ISEE, errori e dimenticanze al vaglio del Fisco: a breve arriveranno una valanga di sanzioni

Errori e dimenticanze nell’ISEE sono al vaglio del Fisco che dopo aver individuato gli sbagli provvederà ad inviare ai cittadini sanzioni e provvedimenti.

ISEE sbagliato oppure falso, le motivazioni alla base degli errori non contano per il Fisco. Chi sbaglia paga, queste sono le condizioni.

ISEE errori Fisco
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L‘Indicatore della Situazione Economica Equivalente serve per riportare all’Agenzia delle Entrate la situazione patrimoniale e reddituale degli italiani. Da diversi mesi a questa parte tante famiglie stanno procedendo con l’inoltro dell’ISEE al fine di ottenere l’importo corretto dell’Assegno Unico oppure l’accesso ad altri bonus e agevolazioni. Tanti contribuenti scelgono di compilare l’ISEE precompilato mentre altri optano per CAF e commercialisti al fine di evitare errori – fine che non sempre viene raggiunto e si rischia una sanzione. Agendo in autonomia è possibile commettere degli sbagli involontariamente; i dati da inserire sono molteplici e la procedura telematica rischia di creare confusione soprattutto con riferimento alle informazioni non inserite preventivamente nel modello precompilato. Errare è umano ma se il Fisco durante le verifiche rileverà anomalie e sbagli non si farà scrupoli ad inviare sanzioni al contribuente.

ISEE, errori nella compilazione: cosa si rischia

Commettere errori, specialmente volontari, nella compilazione dell’ISEE al fine di ottenere un valore più basso comporta serie conseguenze. Si perderà il diritto ai Bonus, alle agevolazioni e ai diritti fiscali e si rischia di dover pagare sanzioni e interessi nonché di dover restituite le somme ottenute illegittimamente perché sottratte allo Stato. Il contribuente, poi, rischia anche una denuncia penale o, nello specifico, una denuncia per truffa ai danni dell’INPS. L’accusa potrebbe portare alla reclusione da sei mesi a tre anni e all’erogazione di una multa di importo compreso tra 51 e 1.032 euro. 

Tutto questo a condizione che gli accertamenti avvengano in un preciso periodo temporale. Per quanto riguarda l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie concesse si parla di cinque anni di tempo per svolgere le verifiche a partire dal 31 dicembre dell’anno di presentazione della DSU. Per quanto riguarda la denuncia penale, invece, l’Agenzia delle Entrate ha sette anni di tempo per agire più un quarto in caso di sopraggiunti atti interruttivi (un esempio è il rinvio a giudizio).

Chi effettua i controlli

Fino ad ora abbiamo parlato dell’Agenzia delle Entrate come artefice delle verifiche sull’ISEE inviato dai contribuenti al fine di individuare errori e omissioni. Il Fisco incrocia i dati con i database in proprio possesso e con quelli della Guardia di Finanza ma anche con le banche dati della Pubblica Amministrazione (Anagrafe dei Conti Correnti, registri immobiliari, Anagrafe tributaria…).

I controlli, poi, possono essere effettuati dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale oppure dal Comune o dalla Regione soprattutto nel caso di erogazione delle prestazioni socio-assistenziali da parte degli enti citati il cui accesso richiede la presentazione dell’ISEE. Nel caso in cui dovessero risultare anomalie e dimenticanze nella Dichiarazione Sostitutiva Unica – documento base per la richiesta dell’ISEE – scatterebbero le procedure sanzionatorie per il contribuente. Per questo motivo chi è consapevole di dichiarazioni false è bene che proceda il prima possibile con la rettifica delle dichiarazioni mediante il modello integrativo FC3 oppure con una nuova compilazione della DSU.

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