Ritiro alimentare, trovato mercurio nel pesce: rischio allucinazioni, marchio e lotti da non consumare

Nuovo ritiro alimentare, coinvolto un pesce di un noto marchio. Causa del richiamo la presenza di mercurio. Scopriamo i numeri di lotti incriminati.

La lista dei ritiri alimentari si allunga. Ora è la volta di un noto marchio che vende tranci di pesce molto utilizzati dai consumatori.

ritiro alimentare pesce
Pixabay

Allarme, questa parola continua a riecheggiare coinvolgendo alimenti, farmaci e prodotti abitualmente destinati ai bambini. Il Ministero della Salute lancia continuamente avvisi di richiami dagli scaffali dei supermercati e, ad ogni, allerta, i consumatori devono controllare gli articoli acquistati, verificare il numero di lotto e – qualora corrispondesse a quello oggetto di ritiro – riconsegnare il prodotto al punto vendita chiedendo il rimborso. Il portale del Ministero ha attivato una sezione in cui controllare i richiami e in cui reperire la causa dell’allarme. Escherichia coli e salmonella sono i motivi principali degli ultimi ritiri dagli scaffali a cui si aggiunge, ora, il mercurio trovato al di sopra dei limiti consentiti dalla Legge in un noto marchio di pesce.

Ritiro alimentare, il marchio e i lotti incriminati

Il prodotto oggetto di ritiro è Trance di pesce spada mezzaluna surgelate del marchio Noriberica. Attenzione alla confezione da 150/250 grammi con azienda produttrice Congelados Noriberica SA. Lo stabilimento di riferimento è Caniño de Cebral 11 a Mos, Pontevedra in Spagna. Il numero del lotto incriminato è P22 059 76 con data di scadenza 14 settembre 2023.

Il pesce non deve essere assolutamente consumato ma deve essere restituito al negoziante che lo ha venduto. In questi casi non occorre nemmeno presentare lo scontrino per ottenere il rimborso del prezzo di acquisto.

La causa del richiamo, il mercurio

Il Ministero della Salute ha indicato come causa del ritiro precauzionale la presenza di mercurio al di sopra dei limiti stabiliti dalla Legge. Il mercurio si trova in natura e anche l’uomo lo produce rilasciandolo nell’ambiente, anche nell’acqua. In questo modo, però, il mercurio metallico e inorganico può essere trasformato da batteri e organismi vari in metilmercurio. Questo si accumula nei pesci, nei molluschi e nei crostacei risultando un quantitativo maggiore rispetto a quello presente in natura. Ad avere maggiore livelli di contaminazione sono i grandi predatori dato che si nutrono di tanti pesci più piccoli che si sono nutriti di crostacei contaminati. Una catena alimentare che finisce, poi, per portare nei nostri piatti un’eccessiva quantità di mercurio dannosa per l’organismo umano. Il minerale è tossico e un’esposizione prolungato può provocare allucinazioni, amnesie, sintomatologia connessa alla sclerosi multipla e nel caso di donne in gravidanza potrebbe causare danni celebrali al feto.

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