Bonus 200 euro, un regalo che va restituito al mittente? La verità nascosta

Il Bonus da 200 euro previsto dal Decreto aiuti dovrà essere restituito al verificarsi di una condizione. Scopriamo quale.

Un regalo non si restituisce né si ricicla eppure con il Bonus da 200 euro potrebbe accadere. L’ultima beffa per gli italiani.

Bonus 200 euro torna indietro
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Decantato da un paio di settimane, il Bonus da 200 euro per lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati nasconde un piccolo inganno. Arrivato come un aiuto gradito seppur una tantum e dall’importo non elevato, il bonus ora fa storcere il naso ad alcuni cittadini. Non ha mai avuto il vero aspetto di un incentivo volto a sostenere economicamente la popolazione in seguito alla crisi economica acuita dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. La misura si è presentata come un pensierino a supporto dell’aumento delle spese causate dai rincari, una tra le tantealcune decisamente più importanti – attivate dal Governo per cercare di risollevare le famiglie e le imprese. Ora si scopre, poi, che il piccolo regalo si potrebbe dover restituire. Vediamo in quale caso.

Bonus da 200 euro torna indietro, quando potrebbe accadere?

I bonus erogati dal Governo sono destinati specialmente alla fascia della popolazione economicamente più debole. Per questo motivo annoverano tra i requisiti di accesso alla misura un limite ISEE o reddituale da rispettare. Il cittadino, dunque, è chiamato a presentare domanda dimostrando di soddisfare le condizioni legate all’agevolazione e non verrà mai chiamato alla restituzione della somma erogata a meno che non vengano rilevati errori, imbrogli o mancanze nella richiesta. Domanda, controllo dei requisiti e versamento, questo l’iter generale previsto per l’accesso ai bonus.

Il Bonus da 200 euro, invece, verrà erogato in automatico a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e ai pensionati con reddito individuale inferiore a 35 mila euro. Il limite, però, potrebbe essere superato entro fine anno dopo la ricezione dell’importo. In tal caso il cittadino dovrebbe restituire la somma.

Cosa afferma la normativa

La normativa stabilisce che alla fine dell’anno, i sostituti d’imposta effettuino una verifica in ordine alla spettanza della misura. Nel caso in cui i controlli dovessero rivelare che la condizione del rispetto del limite di 35 mila euro non è stata in realtà soddisfatta, il datore di lavoro o l’INPS procederebbero con il recupero dei 200 euro tramite 8 rate mensili di uguale importo (25 euro) trattenendole dalla busta paga o dal cedolino della pensione a partire dal mese di dicembre. Poco note, invece, le dinamiche di versamento – e di recupero qualora si ritenesse necessario – dei 200 euro destinati ai lavoratori autonomi.

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