Pellet e legna, è boom di richieste: gli italiani vogliono proteggere i propri soldi

Pellet e legna, la domanda impazza sul mercato e un numero sempre crescente di persone sceglie di riscaldarsi con questo metodo alternativo.

E’ boom di richieste di pellet e legna da quando i rincari sulle bollette hanno convinto gli italiani a spegnere i termosifoni.

pellet e legna
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I costi spropositati in bolletta sono stati l’imput per tante famiglie a revisionare il proprio modo di riscaldarsi. Dire addio ai termosifoni per lasciare spazio alle stufe a pellet significa meno consumi e, dunque, risparmio. Da qui la decisione di utilizzare le rinnovabili e, in special modo, i biocombustibili legnosi. Un progetto che si affianca alla spinta verso il fotovoltaico e l’eolico domestico e che viene sostenuto da numeri importanti. Nel mese di marzo sono triplicate le ricerche sui motori di ricerca di pellet e legna a sottolineare il crescente interesse dei cittadini. Si prevede, dunque, un grande afflusso all’evento mondiale più importante del settore, denominato “Progetto fuoco”. Si terrà a partire dal 7 maggio a Verona ed ospiterà 800 brand e circa 60 mila visitatori. Grandi cifre a dimostrazione del grande interesse.

Pellet e legna, i dati parlano chiaro

L’Associazione Italiana Energie Agroforestali cita il legno come prima energia rinnovabile e seconda fonte di riscaldamento per i cittadini. Il giro di affari delle filiera è di circa 4 miliardi di euro ed è coperto da 14 mila aziende con oltre 72 mila lavoratori. Parliamo di un’eccellenza italiana se si considera che il 70% delle stufe o altri apparecchi a pellet viene prodotto nella nostra nazione. Inoltre, la ricaduta occupazionale è di sette volte superiore rispetto a quella del petrolio. La produzione di biocombustibili legnosi, dunque, è fonte di soddisfazione per l’Italia e i numeri lo dimostrano.

L’AIEL ha stimato un consumo di 11 milioni di tonnellate di legna da ardere, 3,2 milioni di pellet e 1,3 milioni di cippato. Nelle nostra penisola ci sono, poi, 8,3 milioni di sistemi di riscaldamento a biomasse installati in relazione al parco generatore. In questo caso si registra un calo se si considerano i 9,4 milioni del 2014. La diminuzione è connessa alla dismissione di apparecchi vecchi e desueti e alla necessità di introdurre nuovi dispositivi meno inquinanti e tecnologicamente più avanzati. 

Dal vecchio al nuovo, i vantaggi

Dismettere impianti obsoleti domestici a legna per sostituirli con moderni apparecchi significherebbe ridurre le emissioni di polveri sottili da combustione domestica di biomasse. Si stima una differenza notevole, di circa il 70%. La transazione energetica, dunque, è necessaria e l’esigenza è stata avvertita principalmente con i rincari di luce e gas del primo trimestre 2022. Le produzione deve diventare sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Le soluzioni non mancano sul mercato secondo il direttore generali di Piemmeti Raul Barbieri. Si tratta di sistemi volti a migliorare l’efficienza degli impianti e a svilupparne la digitalizzazione. Su questo punto bisogna battere perché rappresenta il futuro ideale contro i rincari. Il Progetto Fuoco aprirà il sipario proprio su tecnologie di ultima generazione e su sistemi più innovativi. In più, l’Associazione presenterà nuove proposte politiche che si basano su incentivi al turnover tecnologico, all’utilizzo di biocombustibili certificati, ad una maggiore sensibilizzazione delle persone e ad un coinvolgimento più profondo di manutentori, installatori e progettisti.

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