Governo al lavoro: come trascorreremo le vacanze di Pasqua

Lo stato di emergenza finirà il 31 marzo, Pasqua arriverà il 17 aprile. Il Governo lavora a un piano per incentivare il turismo ma resta l’incognita Green Pass.

 

I mesi che verranno, almeno in teoria, dovrebbero portare a un allentamento delle misure restrittive. Il prossimo 31 marzo finirà lo stato d’emergenza, prorogato senza prospettive di essere allungato ulteriormente.

Vacanze Pasqua
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Sarà lo spartiacque in direzione dell’estate, col primo banco di prova che arriverà per le vacanze di Pasqua. Un esame per capire se, effettivamente, la pandemia è in fase di regressione oppure no. Nei giorni scorsi, il ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato che resteranno necessarie le mascherine come strumento di precauzione (al chiuso) e che il Green Pass potrebbe restare ancora nei prossimi mesi. Chiaramente, tutte le supposizioni dovranno passare dalla prova dei fatti. Per il momento, resta l’obiettivo di un progressivo ma deciso ritorno alla normalità, sia sul piano della vita quotidiana che nei vari settori lavorativi. Incluso quello turistico naturalmente, forse alla prima vera ripartenza dopo due anni di crisi nera. Al massimo grigia nei periodi di parziale ripresa.

In attesa che il 2023 ci dica o no se l’economia avrà davvero registrato ritmi di ripresa evidenti, non resta che capire come trascorreremo le vacanze di Pasqua. Il Governo starebbe lavorando a un piano per incentivare nuovamente il turismo in Italia e far rifiatare il settore dei viaggi. In questo senso, la soluzione più probabile sembrerebbe quella del mantenimento dell’obbligo del Green Pass all’interno degli alberghi e delle altre strutture ricettive. La Pasqua cadrà domenica 17 aprile (e il Lunedì dell’Angelo il 18), quindi successivamente alla fine dello stato di emergenza. Tutti i ragionamenti, perciò, vengono fatti tenendo presente questo.

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Pasqua, il piano del Governo per le prime vacanze post-emergenza

Sul tavolo di Palazzo Chigi si lavora al dossier di Pasqua innanzitutto buttando un occhio all’allentamento delle restrizioni. Come detto, molto dipenderà da cosa accadrà dopo il 31 marzo. In teoria, con la fine dello stato di emergenza si dovrebbe ritornare allo stato precedente. Resta però l’incognita del Green Pass. Dalle parole di Speranza sembra che la certificazione verde resterà anche successivamente ma questo non toglie che la ripresa andrà regolata anche tramite un piano che includa l’attività turistica. Un concetto che ha ribadito anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha richiesto un adeguamento alle disposizioni di altri Paesi, dove le restrizioni sono già più lente.

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Al netto dell’andamento della pandemia, per il periodo di Pasqua potrebbe non essere più eseguito il tampone per chi proviene dai Paesi dell’Unione europea, mentre si dovrebbe procedere rimuovendo anche la quarantena per gli arrivi e i rientri dall’estero. In pratica, potrebbe essere necessario unicamente il Green Pass per entrare e per uscire. Per quel che riguarda le strutture ricettive e attività della ristorazione, dall’1 aprile dovrebbe cadere l’obbligo di Green Pass per chi consuma nei tavoli all’aperto. Da maggio, la disposizione dovrebbe riguardare anche i locali al chiuso. Lo stesso vale per gli alberghi: l’obbligo del Super Green Pass scadrà il 31 marzo, con una possibile deroga su chi proviene da Paesi in cui il QR Code non corrisponde al nostro. In questi casi, potrebbe essere richiesta una certificazione cartacea. Resta da capire se la linea sarà quella naturale oppure se verranno prese precauzioni ulteriori, lasciando ad esempio il Green Pass. Molto dipenderà dalla situazione sanitaria dei prossimi giorni, quelli decisivi.

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