Blackout: Torino ha la sua batteria per evitare che si spenga la città

Il Gruppo Iren installa la batteria per l’accumulo di energia elettrica, in grado di sopperire anche a un blackout. E il progetto continua.

 

Transizione energetica al primo posto e, insieme, prevenzione rispetto a una possibile flessione. La centrale termoelettrica Iren di Torino ha scelto di fondere entrambi gli aspetti.

Elettricità Iren Torino
Foto da Pixabay

Il risultato è la creazione di un polo all’avanguardia, con l’installazione di una batteria capace di erogare (o assorbire) fino a 7MW di potenza elettrica, immagazzinando energia fino a 6,7 MWh. In pratica, oltre a produrre, la nuova installazione sarà in grado anche di sopperire a un eventuale deficit, impedendo alla città di piombare nel buio. Il primo passo del progetto “Fast Reserve”, che vedrà protagonista, per il prossimo, il polo di Moncalieri. L’Iren, in tal modo, riuscirebbe a garantire all’intera città di Torino la fornitura elettrica anche in caso di blackout totale. Un’eventualità, come abbiamo visto, tutt’altro che da escludere.

Senza contare che, nella giornata di ieri, un nuovo blackout aveva investito alcune zone della città di Novi Ligure. Una situazione già manifestatasi qualche giorno fa e che, in qualche modo, ha stuzzicato nuovamente il timore su una paralisi totale del sistema di approvvigionamento, paventato in virtù della crisi energetica in atto. Ma, al di là delle previsioni, il Gruppo Iren si conferma all’avanguardia nell’ambito della transizione energetica, sviluppando un sistema sostenibile grazie al supporto alle fonti rinnovabili.

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Iren, la batteria di riserva e non solo: obiettivo 2030

Il servizio “Fast Reserve” avviato da Iren è quanto di più innovativo in ambito energetico. La batteria installata rappresenta solo un primo passo di una serie di accorgimenti che andranno a garantire un’efficienza migliore e una maggiore sostenibilità. Senza contare che l’impianto assicurerà il sostegno alla stabilità della rete elettrica di trasmissione nazionale e che, di fatto, si tratta del primo sistema di accumulo elettrico del Gruppo Iren. Fra le caratteristiche implementate, rientrano la regolazione di frequenza e, per l’appunto, il servizio Fast Reserve, per la prima volta su scala nazionale. Tra gli obiettivi strategici, rientra l’installazione di 300 MW di accumuli elettrici entro i prossimi 8 anni. La strada verso il 2030 prevede l’installazione di ulteriori due batterie, una a Moncalieri e l’altra a Turbigo.

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Al di là delle preoccupazioni sul possibile blackout, Iren dà un’importante sterzata in fatto di sicurezza energetica. Solo nel dicembre 2020, il Gruppo è stato assegnatario del 30% (da parte di Terna) della capacità del Nord Italia del progetto Fast Reserve, spuntandola al termine di un’agguerrita corsa partecipata da altri importanti poli. Al momento, si tratta del terzo operatore in Italia della strategia, unico però a essersi aggiudicato l’asta per i propri dispositivi di accumulo. Anche qui, è in vista un’implementazione: nei prossimi anni, dei nuovi sistemi verranno messi a punto, ancora più performanti e stabili. La sfida per il futuro è già iniziata.

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