Blackout, l’oscurità minaccia l’Europa: come prepararsi a una (eventuale) lunga notte

Non si tratta di un evento apocalittico forse. Ma in un mondo dominato dall’iper-connessione, anche un blackout sarebbe una batosta.

 

Il catastrofismo non è mai un buon compagno. Specie se, come noi tutti della società del Duemilaventi, si arriva da una lunga tradizione cinematografica fatta di blockbuster apocalittici.

Blackout scorte
Foto © AdobeStock

Certo è che fare i conti con eventualità concrete non è sinonimo di allarmismo ingiustificato. Più che altro, si tratta di una sana prudenza che, perché no, può riguardare anche eventi estremi che alcuni dati portano a credere come verificabili. Il recente successo di Netflix, Don’t look up, in qualche modo ci ha dimostrato come anche un evento estremo possa finire triturato dal circo mediatico, con l’evidenza della realtà che va a scontrarsi con scetticismi, negazionismo, ironia social e media teatrali, capaci di trattare con sufficienza persino una minaccia cosmica. Non c’è bisogno di meteoriti per rendersi conto di quanto l’estremizzazione sociale del film non sia poi così lontana dalla realtà.

E’ bastato qualcosa di molto più piccolo ma altrettanto distruttivo come un virus per mettere a nudo, sotto molti aspetti, la società globalizzata. Specie nel momento in cui alcuni scenari “apocalittici” si sono effettivamente tramutati in realtà. Basti pensare alle code ai supermercati, con scaffali privati di alcuni prodotti essenziali e file all’esterno in attesa di entrare, con guanti, mascherine e distanze di un metro. Ora che il Covid è un convitato di pietra, a destare le attenzioni globali (incluse quelle degli europei) è la crisi energetica che sta investendo sia la fornitura del gas che quella dell’elettricità. Con la possibilità concreta che il gap fra costi e approvvigionamento finisca per provocare lo stop. Un blackout.

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Blackout, le scorte necessarie (ma senza catastrofismi)

Lo spettro di un ritorno agli scaffali in massa è quindi più prossimo di quanto non si pensi. In Spagna, ad esempio, una sorta di crisi si è già verificata dopo l’annuncio di una possibile interruzione dei servizi di elettricità. Avvenimenti che, nel pieno rispetto delle regole del mondo tecnologico e iperconnesso, hanno scatenato l’immaginazione dei cittadini. I quali si sono chiesti, molto semplicemente, cosa accadrebbe in caso di un evento di scala globale. Quali sarebbero i prodotti necessari? E come conservarli senza elettricità né gas? Avere un armadietto delle scorte sarebbe comunque sintomo di buonsenso in ogni caso. Certo è che, le prime regole in casi estremi (blackout compreso), riguardano la presenza in casa degli alimenti e degli utensili indispensabili. Acqua quindi, almeno un paio di cartoni. Ma anche latte a lunga conservazione, spesso utilizzabile per lunghi periodi. E vale lo stesso per prodotti essenziali e che durano nel tempo, come olio, sale e zucchero.

I cibi in scatola, poi, rappresentano lo stereotipo per eccellenza delle condizioni di emergenza. Tonno e altre specie di pesce (salmone, sardine e quant’altro) ma anche carne in scatola, fornirebbero l’adeguato carico di proteine. Lo stesso dicasi per i legumi: fagioli, lenticchie e ceci, magari uniti al pesce, fornirebbero un apporto fondamentale per l’organismo. Difficile cucinare la pasta su un fornello da campo ma le zuppe in scatola, anche a temperatura ambiente, possono essere ideali.

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Anche biscotti, cracker, gallette e altri cibi secchi a lunga conservazione possono essere utili. Anche le conserve, per definizione, diventano indispensabile, specie se unite ai cibi suddetti. Una buona scorta di vino e cioccolato, infine, completerebbero il quadro. Il bello è che si tratta di approvvigionamenti che ognuno di noi ordinariamente ha nella propria dispensa. Mancherebbero le candele. Quelle forse è meglio ricordarsele.

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