Vatti a fidare degli amici: incredibile quello che è accaduto nel vicentino

Vatti a fidare degli amici. I vecchi detti dei nostri nonni valgono ancora al giorno d’oggi. Il racconto che vi stiamo per fare è incredibile.

La vicenda che la cronaca locale ci racconta vede protagonista un edicolante vicentino. A fare da sfondo, ci sono due questioni molto attuali, quali il caro bollette e la drammatica ludopatia. Mustaphà Laachir, noto commerciante di Schio, è diventato suo malgrado protagonista di un fatto di cronaca tutt’altro che piacevole.

bolletta
Deve pagare una bolletta: si affida ad uno dei suoi amici

Deve pagare una bolletta: si affida ad uno dei suoi amici

Il caro bollette non ha risparmiato nemmeno il povero edicolante di Piazza Garibaldi. Una fattura del gas di 600 euro lo mette in allarme e lo costringe, visti i suoi impegni di lavoro, a chiedere aiuto di un amico per poterla pagare. Mustaphà decide, naturalmente, come tanti italiani, di chiedere una rateizzazione, non potrebbe fare altrimenti.

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Per sostenere il primo pagamento, l’edicolante di Piazza Garibaldi mette il suo denaro nelle mani di un conoscente. 295 euro non è cifra da poco, ma Mustapha si fida ciecamente di questa persona, che tra l’altro tutti conoscono in città e che si guadagna da vivere onestamente, cercando ogni giorno con piccoli lavoretti, di sbarcare il lunario.

Mustaphà però dimentica, e questo gli costerà caro, che l’amico è affetto dal peggiore dei mali. Una malattia invisibile che si chiama ludopatia, per la quale l’uomo è già stato in cura.

Già in passato l’edicolante aveva affidato commissioni del genere all’uomo, e aveva ricevuto in tal senso palesi dimostrazione di serietà e onestà. Questa volta non è stato così. L’irrefrenabile voglia del gioco ha vinto su tutto.

Mustaphà non vedendo tornare l’uomo, ha lasciato l’edicola ed è andato a cercarlo allarmato. Lo ha trovato in uno dei soliti posti che frequenta. Della bolletta pagata non c’era traccia e nemmeno del denaro. “L’amico fidato” aveva in pochi minuti sperperato tutto il denaro che il commerciante gli aveva affidato.

La confessione e la resa

Arrabbiato, Mustaphà convince l’amico a seguirlo fino alla caserma di via Maraschin dove, davanti ai carabinieri, lo denuncia per appropriazione indebita che il reo confesso ammette: Sì è vero, ho preso i 305 euro e li ho giocati, spero di renderli presto».

Vincite facili e ludopatia: così si finisce nei guai

L’uomo è assai conosciuto in città e qualche anno fa si era reso protagonista di un bel gesto: trovò davanti al supermercato Famila di via XX Settembre, dove spesso staziona, un portafoglio con dentro carte di credito e documenti. E lo rese al proprietario. Non ha mai creato problemi e in tanti gli danno una mano. Purtroppo non resiste al richiamo delle vincite facili, che poi tanto facili non sono.
Mustaphà, che conosce bene il connazionale fino a definirlo “un amico” nel verbale stesso redatto dai militari, gli tende comunque la mano: «Se mi restituisce il maltolto lo perdono e ritiro la querela». Intanto la bolletta se la deve pagare per conto suo. E così le rate diventano tre e la somma, già pesante per le sue tasche, lievita.

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I due “amici” si recano insieme dalle forze dell’ordine

Un celebre detto, che dovrebbe confortarci ma così non è, afferma che è sempre meglio conoscere la verità, qualunque essa sia. Non crediamo sia molto d’accordo l’edicolante Mustaphà, che deve essere rimasto atterrito rispetto al racconto di questo amico che, senza dubbio, ha tradito la sua fiducia. Quest’ultimo non ha esitato a confessargli tutto: si è giocato e ha perso i quasi 300 euro della bolletta che naturalmente non è stata pagata.

Ammirevole la reazione dell’edicolante che, non scomponendosi, ha invitato l’amico a recarsi insieme dai Carabinieri. Lo ha denunciato, lo ha fatto confessare davanti alle forze dell’ordine. Il signor Laachir del resto era a conoscenza del vizio dell’amico.

Il “giocatore” abbassando il capo, si è rassegnato a dover fare mea culpa. Ha preso impegno davanti ai carabinieri che restituirà la cifra di cui si è appropriato indebitamente.

Restituirà i soldi, poco alla volta, con i lavoretti con cui si arrangia e non appena prenderà la pensione. Il signor Mustaphà ha voluto fornirgli l’ennesima prova di fiducia.

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“L’amico fidato” è titolare di una piccola pensione, ma non può gestirla direttamente vista la sua accertata ludopatia. Ora, i familiari che controllano i suoi introiti, informati del fatto, dovranno ripagare il signo Mustaphà, che nel frattempo dovrà trovare altre strade per pagare la prima rata della sua bolletta del gas.

Intanto, l’altro, dovrà prendere atto che il vizio del gioco non è affatto un problema superato. I “Demoni” contro cui combattere non sono affatto spariti.

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