Carburante, addio a questi rifornimenti: l’ultima idea anti-rincaro

La crisi non fa prigionieri. E il costo del carburante ne è un esempio. La scelta di chiudere i distributori nelle ore notturne è tutt’altro che da escludere.

 

La botta dei rincari potrebbe essere troppo forte per essere assorbita in breve tempo. Anche perché il contraccolpo dell’aumento dei costi non riguarda solo ed esclusivamente le utenze domestiche.

Rincaro carburante benzinai
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Al contrario, l’aumento diffuso dei costi ha prodotto una sorta di effetto a catena, andando a coinvolgere nella crisi di approvvigionamento numerosi settori di beni primari. Il carburante non solo non ha fatto eccezione ma potrebbe aver subito la mazzata peggiore. Con un preciso effetto su chi, ogni giorno, ha bisogno di recarsi presso un distributore per rifornire la propria auto. I prezzi sia della benzina che del gasolio hanno toccato i massimi da una decina d’anni a questa parte. E le tensioni geopolitiche non aiutano a tenere i mercati tranquilli, specie in virtù di quanto sta accadendo fra Russia e Ucraina. In questo quadro, che secondo gli esperti non migliorerà a breve, si cerca di barcamenarsi per evitare il collasso.

Posta la difficoltà di trovare distributori a buon mercato, al netto della possibilità di rifornirsi a un prezzo più contenuto in modalità self service, il caro carburante potrebbe a breve trovare una nuova soluzione. Al vaglio, infatti, ci sarebbe l’ipotesi di tenere i distributori chiusi nelle ore notturne. Una scelta animata da ragioni ben precise. Il rapporto fra il rifornimento e i costi, al momento, non giustificherebbe la scelta di lasciare i benzinai aperti di notte. Anche se unicamente in modalità self service. Poca attività, in tempi di rincaro, significa perdite più che un potenziale guadagno aggiuntivo.

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Uno scenario che i distributori non possono più permettersi. L’ipotesi è stata lanciata dal vicepresidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti di Confcommercio (Figisc), Paolo Castellana. Sul tavolo, l’idea di spegnere le stazioni di servizio durante le ore notturne, così da fronteggiare l’aumento dei costi dell’illuminazione semplicemente staccando la corrente. Tali costi, infatti, non sarebbero più compensati dai pochissimi rifornimenti effettuati durante la notte. Un problema che, fino a poco tempo fa, nemmeno ci si poneva. A parità di consumo, infatti, l’aumento della bolletta è pari a una volta e mezzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

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In sostanza, a fronte di una spesa pari a 1.000 euro (cifra ipotetica) sul consumo di 1.000 kW a dicembre 2020, oggi se ne spendono 2.500. Troppi per giustificare ancora l’apertura notturna dei distributori. Una scelta che, a ogni modo, potrebbe non essere gradita dagli automobilisti. Anche se, tutto sommato, i rifornimenti self possono essere effettuati anche durante il giorno. Il problema è l’impossibilità di agire sul prezzo finale, in quanto il gestore non ha praticamente alcune margine di manovra. La soluzione è l’abbattimento dei costi, incrociando le dita e sperando che gli effetti non siano troppo seri.

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