Agenzia delle Entrate, la lettera che potreste ricevere: c’è da preoccuparsi, ma non subito

Quando e se riceverete questa lettera dell’Agenzia delle Entrate non dovrete proeccuparvi subito, ecco perché.

Vengono dette lettere di compiance, e l’Agenzia delle Entrate potrebbe inviarle in seguito alle dichiarazioni dei redditi 2021, che qualcuno ha mancato di mandare. E non farà piacere, perché il Fisco oltre alla dichiarazione tardiva richiederà anche il pagamento di una sanzione per aver ritardato la trasmissione del modello.

Agenzia delle Entrate (Web)
Agenzia delle Entrate (Web)

I contribuenti hanno però per adesso ancora un po’ di tempo per tentare di regolarizzare la loro posizione. Infatti, possono ancora per un mese (fino al 28 febbraio), presentare la dichiarazione senza obbligo di pagare subito le tasse associate.

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Cosa specifica l’Agenzia delle Entrate

Ci sono esempi in cui il Fisco è costretto a fermarsi, senza poter toccare il nostro conto, ma non è questo il caso, a meno che non ci muoviamo per tempo. Partiamo dal presupposto che secondo l’art. 2, c. 7, dpr 322/98, effettuare la dichiarazione in ritardo non è legato al dover pagare subito le imposte, poi capiamo anche cos’altro dice l’Agenzia.

Andando a cercare la circolare 42/E/2016 dello stesso Ente, ci accorgeremo che: “la sanzione fissa per la tardività (250 euro) può essere ridotta, in sede di ravvedimento operoso, a 1/10, ai sensi della lettera c) (articolo 13 del decreto legislativo n. 472 del 1997); il tardivo o carente versamento del tributo può essere regolarizzato applicando le riduzioni previste dall’articolo 13 del D.lgs. n. 472 del 1997 a seconda del momento in cui interviene il versamento”.

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Quindi ricapitolando, voi contribuenti più distratti, avete 90 giorni per inviare oltre le scadenze, la dichiarazione e senza necessità di fare la corsa alle imposte. Quindi il contribuente può scegliere di liberarsi subito da questo peso, come di non farlo. Infatti, le lettere del Fisco sono solo una segnalazione, ma per adesso non sono per modo di dire “pericolose”. Un’altra battaglia portata fino alla fine da Confedilizia. Tra le più importanti, c’è quella dove si richiedeva di non applicare l’IMU ad immobili con locazione terminata ma a cui non seguiva la restituzione degli inquilini al proprietario, mentre da ricordare c’è anche il caso degli immobili inagibili e inabitabili che da un po’ di tempo, sono riusciti a ricevere un abbassamento della stessa imposta, grazie ad una certificazione apposita.

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