Turno di notte, le regole: quanto conta la volontà del lavoratore

Lavorare di notte ha i suoi vantaggi. Eppure non è facile abituarsi ai ritmi che richiede. Ecco perché bisogna attenersi a delle normative precise.

 

Alcuni lavori specifici richiedono necessariamente un contributo anche in orari notturni. E’ inevitabile che sia così. Certo è che fra saperlo e ritrovarsi a sperimentarlo ce ne corre.

Lavoro di notte
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Lavorare di notte non è certo semplice. Anzi, per quanto si possa riposare durante il giorno, è bene sapere subito che il sonno notturno non è sostituibile del tutto da quello che avviene nelle ore diurne. Detto questo, è chiaro che alcuni lavoratori debbano necessariamente adeguarsi alla notte, se non in modo continuativo perlomeno a turnazione. A ogni modo, alcuni punti fermi ci sono: i turni non possono superare le 8 ore in media nell’arco delle 24 della giornata. Il tutto al netto di alcune clausole contrattuali che possono prevedere delle specifiche deroghe. La turnazione consente comunque di coprire le 24 ore, rendendole operative in modo totale.

Il resto passa sul piano “personale” del lavoratore. Questi, infatti, potrebbe beneficiare di una turnazione notturna e, per questo, richiedere espressamente di essere collocato in tale fascia oraria. Va detto che, al netto di ogni richiesta, alcune regole vanno tenute seriamente in considerazione. A seconda dei Contratti collettivi vigenti, si applicano delle normative in relazione alla possibilità non solo di lavorare di notte ma anche di richiedere la possibilità di farlo. Lavorare durante le ore notturne, infatti, presuppone l’utilizzo di ritmi che possono differire in modo sostanziale da quelli dei lavoratori diurni.

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Lavoro di notte, si può fare sempre? Cosa dice la Legge

Alcuni settori richiedono più di altri una collaborazione durante la notte. Anche se, di fatto, questo tipo di lavoro potrà essere applicato a quasi ogni categoria lavorativa. Alcune industrie, ad esempio, possono operare anche di notte, così come il settore della distribuzione, dell’ospitalità, gli alimentari e anche la sicurezza. Addirittura alcuni call center operano 24 ore su 24, pur offrendo un servizio differente rispetto a quello giornaliero. Le norme vigenti prevedono delle tutele specifiche verso i lavoratori, con l’obiettivo di difendere sia la salute che la regolarità delle prestazioni. Per questo sono stati posti dei limiti, come l’impossibilità di superare le 8 ore in media. Anche l’interscambio della turnazione è fondamentale.

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La normativa alla quale fare riferimento è il D. Lgs. 66 del 2003, in cui si specifica come l’impiego in orari notturni sia letteralmente un turno di lavoro per almeno 7 ore consecutive, compreso fra le 24 e le 5 del mattino. Il lavoro dovrà peraltro essere prestato durante la notte per almeno 3 ore e 80 giorni lavorativi durante l’anno. In base a tali prerogative, i datori di lavoro dovranno organizzare i turni dei propri dipendenti. Con la consapevolezza che, a norma di Legge, chi svolge una turnazione simile dovrà beneficiarne nello stipendio. Senza contare che, durante la notte, anche gli spostamenti (quindi recarsi al lavoro) sarà più semplice. Il principale svantaggio è quello relativo al sonno. Dormire di giorno non è semplice e nemmeno abituare il proprio organismo ai nuovi ritmi. Il rischio di contrarre patologie è più frequente e, in potenza, più elevato dei vantaggi.

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