Aumento del Canone Rai in vista: le direttive europee non favoriscono i contribuenti

In previsione un aumento del Canone Rai. Secondo lo standard europeo, la tv di Stato italiana è sottofinanziata. A rimetterci saranno i contribuenti.

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Nuova notizia relativa al Canone Rai. Dopo aver appurato che nel 2022 continueremo a trovare l’importo mensile nella bolletta della luce – una separazione avverrà quasi con certezza nel 2023 – cominciano a girare voci di un possibile aumento dell’importo della tassa. Gli attuali 90 euro, infatti, risulterebbero essere pochi secondo gli standard europei con riferimento agli obblighi e alle attività che la Rai svolge. Si tratterebbe di un sottofinanziamento a cui si dovrà rimediare, anzi, a cui i contribuenti dovranno rimediare. E’ quanto espresso da Carlo Fuortes in audizione alla Commissione Lavori Pubblici nel Senato.

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Aumento del Canone Rai, cosa dobbiamo aspettarci

Negli altri paesi europei, la tassa della Tv di Stato ha un importo più alto che in Italia. Nella nostra nazione il costo del Canone Rai è fisso a 90 euro dal 2016, quando l’introduzione dell’imposta nella bolletta della luce ha consentito una diminuzione della somma da corrispondere (prima si pagavano 113 euro). Niente più furbetti che pur possedendo un televisore evitavano di pagare la tassa dopo l’associazione canone/utenza domestica. Naturalmente sono previste delle esenzioni ma dal 2016 il numero di contribuenti paganti è salito vertiginosamente consentendo una riduzione del 20% circa. Allora per quale motivo ora si prevede un aumento del Canone Rai in bolletta?

Le motivazioni della infausta previsione

Il contribuente paga 90 euro all’anno suddivisi in dieci rate da 9 euro attraverso la bolletta della luce. La Rai riceve, però, 74 euro dato che lo Stato trattiene una quota di gettito. Secondo alcuni analizzatori, tale somma è troppo bassa rispetto ai servizi che l’emittente offre dovendo garantire un’elevata qualità agli spettatori.

Fuortes sottolinea, dunque, un sottofinanziamento della Tv di Stato che si rende evidente rapportando la somma corrisposta nel nostro paese con gli importi di altre nazioni europee. Il dirigente afferma, poi, che il finanziamento deve essere tale da non porre l’azienda in una condizione di minorità “tale da impedire di rispettare l’essenziale principio di indipendenza che costituisce la qualità che connota la costituzione dei Servizi Pubblici e la loro capacità di agire”. Per commisurare gli obblighi e la qualità con il finanziamento è, secondo Fuortes, necessario un aumento del Canone Rai.

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