Disturbi alimentari riconosciuti dall’Inps: c’è un assegno mensile da 287 euro

Vi sono alcuni disturbi alimentari riconosciuti dall’Inps per cui chi ne soffre ha diritto a un assegno mensile. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Da ormai circa due anni ci ritroviamo, purtroppo, a dover fare i conti con l’impatto del Covid che ha avuto, e continua ad avere, delle ripercussioni negative sulle nostre esistenze, sia dal punto di vista delle relazioni sociali che economiche. Un momento storico particolarmente complicato, soprattutto per via delle crescenti incertezze in merito al futuro. Se tutto questo non bastasse, vi sono tante altre patologie che continuano ad avere delle ripercussioni non indifferenti, tanto da tramutarsi in dei veri e propri incubi.

Disturbi che spesso finiscono per rendere difficile lo svolgimento delle varie attività quotidiane e per cui si richiede, pertanto, una maggior attenzione. Lo sanno bene coloro che soffrono di disturbi alimentari che possono rivelarsi invalidanti. Tali condizioni, infatti, possono compromettere la sfera sociale e lavorativa di che ne soffre e per questo motivo, in determinati casi, l’Inps riconosce il diritto ad ottenere un assegno mensile da 287 euro. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Disturbi alimentari riconosciuti dall’INPS: tutto quello che c’è da sapere

Come noto, purtroppo, il momento storico attuale non è sicuramente dei migliori. Il Covid e le sue varianti, infatti, continuano a influenzare negativamente le nostre vite, tanto da aumentare uno stato di incertezza, a cui fa seguito, ad esempio, un aumento significativo dei cosiddetti “panofobici”, ovvero di coloro che hanno paura di tutto.

Se tutto questo non bastasse, vi sono altre patologie che finiscono per ridurre il grado di autonomia di un soggetto, rendendo pertanto particolarmente difficile lo svolgimento di molte attività quotidiane. Una situazione che si verifica molto più spesso di quello che si possa pensare, tanto da aver portato il legislatore a riconoscere, in presenza di determinate circostanze, un assegno mensile pari a 287 euro al mese.

Tra questi si annoverano alcuni disturbi alimentari, che colpiscono in particolar modo le ragazze, durante il periodo dell’adolescenza, e le giovani donne. In particolare, come si evince dalle linee guida dell’Istituto di previdenza, tra le malattie che possono dare diritto all’assegno di invalidità si annoverano l’anoressia e la bulimia.

Ma non solo, sempre nelle linee guida dell’Inps è possibile evincere una distinzione in tre classi funzionali a seconda della condizione fisica e al decorso della malattia. L’insorgenza del disturbo alimentare nel periodo prepuberale, ad esempio, viene considerato un fattore di aggravamento. Proprio per questo motivo è prevista una revisione periodica della valutazione.

Disturbi alimentari: come richiedere l’assegno mensile e chi ha diritto all’accompagnamento

A differenza di quanto si possa pensare, purtroppo, i disturbi alimentare sono molto diffusi e colpiscono in particolar modo i più giovani. In tale ambito è bene ricordare che il riconoscimento dello stato di invalidità non avviene in modo automatico. Per poter beneficiare di tale trattamento economico, infatti, bisogna provvedere a effettuare apposita domanda.

In particolare è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia, che deve provvedere a compilare un certificato attestante la gravità della propria condizione, per poi inviarlo all’istituto di previdenza. Quest’ultimo, quindi, convoca il soggetto richiedente per fare una visita medica. A quel punto la Commissione medica stabilisce la percentuale di invalidità e di conseguenza il diritto o meno a percepire l’assegno mensile pari a 287 euro da parte dell’Inps.

Entrando nei dettagli, è bene sapere che in caso di anoressia lieve viene riconosciuta una percentuale d’invalidità pari al 35%. In caso di anoressia moderata viene riconosciuta una percentuale del 45%, mentre se si tratta di una forma di anoressia grave viene riconosciuta una percentuale che va dal 75% al 100%.

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Nel caso in cui si tratti di disturbi talmente gravi da compromettere il regolare svolgimento delle attività della vita quotidiana, inoltre, il soggetto interessato ha diritto a richiedere e vedersi riconoscere anche l’assegno di accompagnamento.

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