Il Canone Rai può essere pagato a parte rispetto alla bolletta della luce? Questo però costituisce un pericolo per lo Stato: le dinamiche
Lo Stato non può far a meno dei soldi delle tasse, per mandare avanti il Paese. Se tutti chiudessero un occhio sulle tasse da pagare, non avremmo i servizi pubblici. Per questo, dopo il Canone Rai, anche un altro onere sta per finire in bolletta. Ma è del Canone, ormai finito nella bolletta della luce nel 2016, che ci occuperemo, perché i cittadini hanno spesso un ovvio dubbio.
In che modo la bolletta e questa tassa, sono indissolubilmente legati? Anzi, effettivamente lo sono? L’unico modo per non pagare il Canone Rai in modo legale, è spedire regolarmente all’Agenzia delle Entrate, una dichiarazione sostitutiva di non detenzione della TV.
A chi dobbiamo il Canone Rai
Qualcosa si muove, e pare esser uscita la data della sparizione del Canone in bolletta, che quindi andrebbe a cambiare di nuovo le sorti di quanto accaduto quasi sei anni fa. Intanto però, ancora per diversi mesi, non potremo astenerci dal pagarlo nel modo prescelto. Per ora, paghiamo annualmente 90 euro, regolarmente addebitati all’interno della fattura dell’energia elettrica, in quote bimestrali. Queste quindi, sono di 18 euro l’una.
Ma qui nasce la curiosità: la voce del Canone, se leggiamo bene, è distaccata da quella invece relativa all’utenza della luce. Praticamente, c’è chi sceglie di versare solo il corrispondente di quest’ultima, lasciando vuota in qualche modo, la gabella per la Rai. Sì, ma in questo caso, saremmo considerati morosi verso il fornitore di energia?
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Ora, la notizia è brutta o bella a seconda dei punti di vista. Se non pagassimo l’importo che corrisponde al Canone, non faremmo alcun torto alla società fonte della nostra energia, però, visto che quella è a tutti gli effetti una tassa, risulteremo morosi nei confronti dello Stato. Perché quella che omettiamo di pagare è la tassa sul possesso di una tv. Quindi si rischiano multe che possono arrivare anche a 540 euro, ma questa è solo la cosa meno grave. Qualora invece fossimo addirittura intestatari di una dichiarazione sostitutiva di non detenzione inviata all’Agenzia delle Entrate, falsa, si rischia il penale per effetto degli art. 75 e 76 del DPR n. 445 del 2000.