Fisco, prove di riforma in Manovra: come ottenere lo sconto

Con la Legge di Bilancio 2022, il Governo prova a rimuovere l’aggio sulle spese della riscossione. Una modifica tutt’altro che secondaria per il Fisco.

Sconto Fisco
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La Manovra non sarà solo uno strumento di passaggio. L’obiettivo è cercare di determinare i passi da muovere in direzione di una ripresa che, si spera, per il 2023 dovrebbe quantomeno entrare in una fase rafforzata. La Legge di Bilancio glissa per ora sulla pensione, consegnando una misura temporanea che rimanda il grosso della riforma a dopo il 2022. Sul piano del Fisco, invece, si registra qualche novità. In questo caso, la mission è abbassare il peso delle cartelle esattoriali sulle spalle dei contribuenti, con possibile eliminazione della remunerazione della riscossione posta a carico di questi ultimi, il cosiddetto aggio.

In bozza, però, finiscono anche altri passaggi. Si va dai 995 milioni per le casse della riscossione alla cancellazione di alcuni tributi. E allora, da un rimando anche in questo caso al 2023, si passa direttamente alla Manovra 2022. A cambiare sarà, in buona sostanza, il sistema di remunerazione dell’attività di riscossione e, insieme, il superamento dell’aggio. Modifiche che, a quanto pare, sarebbero richieste direttamente dalla Corte Costituzionale, in quanto l’aggio stesso sarebbe formulato in modo tale da ricadere sulle spalle dei contribuenti in maniera tuttavia non proporzionata ai costi effettivi.

Fisco, via libera agli sconti: cosa cambia con la Manovra

Ecco perché si parla di sconto. Anche se, di fatto, il Governo sembra aver ovviato al problema disponendo un versamento annuale (da parte dello Stato) direttamente nelle casse della riscossione, così da sostenere gli oneri. Una disponibilità finanziaria che, in buona sostanza, andrebbe a sostituire l’aggravio sui contribuenti. A oggi, inoltre, sono confermati i rimborsi relativi ai diritti di notifica (5,88 euro a cartella), così come le spese per le procedure di recupero. L’aggio risulta una spesa contenuta ma comunque aggiuntiva, nella misura del +6% sul debito (4,65% con saldo entro 60 giorni).

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Il punto, secondo la Consulta, è che il numero dei debitori con l’onere di finanziare (tramite i debiti non evasi) il funzionamento del sistema pubblico tramite aggio sia esiguo. Tanto da giustificare, quindi, lo sgravio della fiscalità generale. E delle spese di riscossione. Di fatto, una voce in meno da affrontare nel momento in cui ci si presenterà al versamento del tributo. Lo sgravio, in questo caso, riguarderà a tutti gli effetti il funzionamento degli uffici pubblici di riscossione che passerebbe dai contribuenti morosi (che secondo i giudici sarebbero per la maggior parte esenti da tale responsabilità) all’erario.

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