Reddito di Cittadinanza: cosa cambia con la conversione in “Reddito di dignità”

Una proposta Reddito di Fratelli d’Italia potrebbe trasformare il Redito di Cittadinanza diventare in Reddito di dignità. Quali sono le differenze tra i due strumenti

Reddito di Cittadinanza
Fonte Pixabay

Il Reddito di Cittadinanza non è mai stato visto di buon occhio dalla maggior parte degli esponenti politici italiani. Solo il Movimento 5 Stelle fautore dell’ammortizzatore sociale, lo ha sempre sostenuto nonostante qualche falla sia venuta alla luce in maniera piuttosto evidente.

Per effetto di ciò, il Governo Draghi fin dal suo insediamento ha osteggiato il RDC cercando in ogni modo di attuare delle modifiche che lo rendessero un po’ più meritocratico. Tanti i furbetti che hanno approfittato della situazione per ottenere il sussidio, ma fortunatamente molti casi loschi sono stati portati alla luce.

Reddito di Cittadinanza vs Reddito di dignità: il confronto tra i due strumenti

Alla fine, almeno per il 2022 sono state trovate delle soluzioni, che nell’immaginario dell’Esecutivo, dovrebbero dare quel tanto atteso cambio di passo e rendere il Reddito di Cittadinanza più funzionale. Più controlli e decadenza dell’opportunità se non si accettano le offerte di lavoro pervenute. D’altronde nella sua fase embrionale il mezzo di sostentamento era stato ponderato proprio per dare respiro alle persone in attesa di una nuova mansione lavorativa. 

Nonostante ciò, il centrodestra, in particolar modo Forza Italia e il suo vicepresidente Antonio Tajani, ha avanzato una proposta volta a cambiare totalmente i criteri d’accesso al beneficio. In pratica, l’intenzione è quella di ribattezzare il Reddito di Cittadinanza in Reddito di dignità ed erogarlo esclusivamente a coloro che non possono lavorare.

Quindi, in virtù di ciò, spazio a casalinghe, disabili e donne senza pensione di reversibilità, mentre non spetterebbe più nulla a tutte le altre categorie attualmente ricomprese. Secondo lo schieramento di centrodestra infatti, elargire denaro a chi è in grado di lavorare è un disincentivo che non fa altro che sfavorire l’occupazione. 

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Ancor più drastica è la posizione di altri partiti fuori dalla maggioranza attuale, uno su tutti Fratelli d’Italia capeggiato da Giorgia Meloni. A loro avviso il RDC andrebbe totalmente abolito senza nessun tipo di modifica.

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