Richiamo alimentare per tre marchi di wurstel: rischio allergia grave, i lotti ritirati

Richiamo alimentare da parte Ministero della Salute che ha segnalato tre marchi di wurstel di puro suino. Vediamo quali sono i prodotti in questione e quali rischi comportano

Wurstel
Fonte Pixabay

I richiami alimentari sono sempre piuttosto frequenti. Uno degli ultimi in ordine di tempo disposto dal Ministero della Salute è stato disposto su lotto di wrustel venduto con i marchi Bonazza, Becher e Bona Die. 

Il motivo della decisione è la possibile presenza di proteine del latte (allergene) non dichiarate in etichetta. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio quali sono i prodotti segnalati ricordando che chiunque li avesse già acquistati non deve assolutamente consumarli e può tranquillamente riconsegnarli al punto vendita presso cui li ha comprati. 

Richiamo alimentare wurstel: quali sono i marchi e i lotti ritirati

Di seguito i wurstel ritirati con le relative marche i numeri di lotto: 

  • Wurstel di puro suino classico Bonazza, venduto in confezioni da 4 pezzi 100 grammi, numero di lotto 23523 e scadenza 22/11/2021;
  • Wurstel di puro suino classico Bonazza, venduto in confezioni da 3 pezzi (250 grammi), numero di lotto 23523 con scadenza 22/12/2021;
  • Wurstel di puro suino Becher, confezione da tre pezzi (250 grammi), con numero di lotto 23523 e data di scadenza 08/01/2022;
  • Wurstel di puro suino Bona Die, confezioni da 4 pezzi (100 grammi) con numero di lotto 23523 e data di scadenza 22/11/2022.

Tutti i wurstel oggetto di richiamo sono stati prodotti dall’azienda Bonazza Spa presso lo stabilimento di Via Triestina 185/B a Ca’ Noghera nella città metropolitana di Venezia (marchio identificazione IT 1145/L CE).

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Insomma, nonostante la situazione sia un po’ delicata, in Italia sotto questo punto si possono dormire sonni tranquilli. I controlli sugli alimenti vengono fatti con scrupolo e nulla viene lasciato al caso.

La salute è l’aspetto principale da tutelare ed è al primo posto rispetto a quello commerciale. Quindi qualora sorgano dei dubbi, così come è avvenuto in questo caso con buona pace dei produttori, gli alimenti vanno stoppati.

Un po’ come avvenuto nei giorni scorsi per le ciambelle, quando si vengono a creare questo tipo di situazioni la strada della precauzione è sempre la migliore da intraprendere.

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