Stipendio uomo-donna: le novità del nuovo Decreto Legge

Approvato il Decreto Legge inerente lo stipendio uomo-donna. Ecco cosa cambia per le aziende a partire dal 1 gennaio 2022

Stipendio uomo-donna
Fonte Pixabay

La disparità di trattamento in termini di stipendio tra uomo e donna è una questione spinosa e che ha radici piuttosto profonde. Lo scorso 13 ottobre però la Camera ha approvato il disegno di Legge per la parità salariale. Adesso si attende la conferma anche da parte del Senato per poter finalmente dare inizio ad una nuova era caratterizzata dall’equità.

A beneficiarne è l’intero paese visto che secondo uno studio di Banca d’Italia questo passaggio comporta un incremento del Pil del 7%. Oltre ad aggiornare i criteri di parità di salario il nuovo provvedimento istituire una certificazione di parità per monitorare la situazione del territorio con tanto di incentivi o penalizzazioni per le aziende.

Stipendio uomo-donna: le novità previste nel nuovo Decreto Legge

Nello specifico questa disposizione ha come obiettivo quello di eliminare il problema alla radice. Infatti vengono definiti i caratteri discriminatori in ragione del sesso, dell’età anagrafica e di altri fattori come gravidanza, paternità o maternità.

Nello specifico nel testo di legge troviamo questi tre aspetti:

  • posizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri lavoratori;
  • limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali;
  • accesso limitato ai meccanismi che prevedono l’avanzamento di carriera. 

Quindi, a partire dal 1 gennaio 2022 è prevista l’istituzione della certificazione di parità di genere. Tradotto in parole povere bisogna garantire le stesse opportunità di crescita in azienda, parità salariale e parità di mansioni, tutela della maternità e l’istituzione di politiche di gestione delle differenze di genere. 

A livello territoriale è prevista la creazione di un Comitato tecnico permanente sulla certificazione di genere nelle imprese. Questo utilizzerà i dati delle certificazioni anche per redigere un quadro biennale per quanto riguarda l’andamento della parità di genere sui posti di lavoro. 

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Attenersi alle disposizioni del Decreto Legge comporta degli incentivi come il riconoscimento di aiuti di Stato e/o investimenti come appalti e fondi europei. Per quanto concerne gli sgravi fiscali, le aziende con certificazione di parità possono ottenere uno sgravio dell’1% per un massimo di 50mila euro all’anno. 

Chi invece non presenta la suddetta certificazione va in contro a delle sanzioni. In caso di falsificazione si rischia una contravvenzione che va da 1.000 euro a 5.000 euro. L’intento nel lungo periodo è quello di evitare che a parità di condizioni certe mansioni e certi benefici siano a completo appannaggio del sesso maschile.

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