Crisi covid, 40 mila persone rischiano di perdere il lavoro: scenario da incubo

A causa dell’impatto negativo del Covid sull’economia vi è un settore a rischio licenziamento collettivo, con circa 40 mila persone che potrebbero a breve restare senza lavoro.

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Come recita l’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione“. Non sempre, però, le cose vanno come sperato e in alcuni casi trovare e riuscire a mantenere il lavoro risulta più difficile del previsto. Se tutto questo non bastasse, l’impatto del Covid sull’economia ha comportato la chiusura di molte attività, finendo così per rendere ancora più difficile riuscire a trovare un impiego.

Una situazione che sembra destinata, purtroppo, ad avere delle ripercussioni negative anche nel corso dei prossimi mesi. In particolare vi è un settore a rischio licenziamento collettivo, con circa 40 mila persone che potrebbero a breve restare senza lavoro. Un vero e proprio scenario da incubo, che richiede l’adozione di misure ad hoc, al fine di offrire un valido aiuto ai lavoratori interessati. Ecco cosa sta succedendo.

Crisi covid, 40 mila persone rischiano di perdere il lavoro nel settore turistico

Se è pur vero che l’Italia è fondata sul lavoro, quest’ultimo, a partire dal prossimo 15 ottobre, sarà basato sul Green Pass. Nelle ultime settimane, infatti, il governo ha deciso di attuare una nuova stretta per quanto riguarda la certificazione verde, con quest’ultima che sarà obbligatoria per andare a lavoro e non solo. Una decisione che porterà con sé delle ripercussioni, soprattutto per coloro che decidono di non sottoporsi alla vaccinazione.

Un momento storico, quindi, difficile per molti lavoratori, già alle prese con una crisi economica non indifferente. Lo sa bene, purtroppo, il settore del turismo, che è a rischio licenziamento collettivo, con circa 40 mila persone che potrebbero a breve restare senza lavoro. Il settore turistico ha fatturato 10 miliardi di euro in meno rispetto all’anno precedente l’impatto del Covid, con le conseguenze di questa perdita che ricadono direttamente sui dipendenti.

Dall’inizio della crisi causata dall’impatto del Covid sull’economia si sono registrati oltre 400 mila unità di lavoro in meno. Un dato che sembra, purtroppo, destinato a peggiorare, con circa 40 mila persone che lavorano nel settore turistico a rischio di licenziamento. A tal proposito ad askanews, Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato, ha voluto sottolineare come “Con un mercato fermo, per tutelare i lavoratori del turismo organizzato, è urgente prorogare gli ammortizzatori in scadenza“.

L’importanza di attuare delle misure a sostegno del settore

A destare maggiormente preoccupazione, infatti, è il mancato prolungamento delle 28 settimane previste per il sostegno ai lavoratori. Gli ammortizzatori sociali stanno per terminare e molte aziende potrebbero decidere di intraprendere un’azione di licenziamento collettivo. Un vero e proprio scenario da incubo, per cui si spera che vengano attuate delle misure ad hoc, volte ad arginare il problema.

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Come affermato da Pier Ezhaya, presidente di Astoi Confindustria Viaggi, infatti, sono in molti a chiedere una proroga per tutto il primo trimestre del 2022 della cassa integrazione. Non resta quindi che attendere e vedere se verranno o meno attuate ulteriori misure a sostegno di uno dei settori maggiormente dall’impatto del Covid, al fine di evitare che tante famiglie si ritrovano senza lavoro.

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