Ecco cosa fanno ai bambini per intascare l’assicurazione: attenti ai falsi incidenti

Attraverso delle tecniche piuttosto deplorevoli si sono avvalsi dei bambini per strappare denaro all’assicurazione. I dettagli dell’inquietante episodio

Falsi incidenti
Fonte Pixabay

Quando si è alle prese con un incidente l’unico particolare che in parte può consolare, è l’indennizzo che riserva l’assicurazione a titolo di risarcimento. Per poterlo ottenere naturalmente vanno appurati i danni subiti. Spesso e volentieri però vengono messe in atto delle clamorose “recite”. 

Si tratta di un escamotage per avere soldi in un lasso di tempo non troppo lungo e senza effettuare alcun genere di sforzo. Naturalmente qualora si venga sorpresi, bisogna far i conti con delle conseguenze non proprio lievi. Nonostante ciò c’è ancora chi non si perde d’animo e lo fa in maniera piuttosto spudorata, sfruttando anche chi non c’entra nulla.

Falsi incidenti utilizzando i bambini: i dettagli dello squallido piano

A Caserta ad esempio sono addirittura arrivati a picchiare i bambini per rendere credibili degli incidenti stradali di fatto mai accaduti. Tre persone tra cui la madre hanno provocato di proposito traumi al viso, al labbro, allo zigomo e agli incisivi ad un ragazzo di 11 anni.

Il passo successivo era la denuncia alle assicurazioni attraverso referti medici di fatto amplificati dalle azioni di cui sopra. Fortunatamente il lavoro delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di sei persone, tra cui spiccano due avvocati che curavano le pratiche (per cui sono scattati i domiciliari).

Stando alle indagini effettuate finora sembra che a capo dell’organizzazione ci sia un 42enne, finito direttamente in carcere. Il resto della banda era composto da falsi testimoni e false vittime.

Lo sfruttamento dei minori nell’immaginario di queste persone doveva essere decisivo per rendere il tutto più credibile. Ciò ha fatto assumere alla situazione dei contorni ancor più inquietanti.

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Alla fine la verità è venuta alla luce, grazie ad un lungo monitoraggio iniziato nel 2018, in seguito al tentativo di un uomo (successivamente indagato) di incassare un assegno contraffatto all’ufficio Postale di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta. Insomma, al peggio non c’è mai limite. Probabilmente però in questo caso si rasenta proprio il fondo.

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