Irpef agosto 2021, l’ex Bonus Renzi in busta paga ma vale più di 80 euro: a chi spetta

Bonus Irpef, ecco come funziona: a breve partiranno i bonifici per chi ha diritto all’indennità, c’è già la data

Soldi bonus (Fonte foto: Pixabay)

Per chi non lo ricordasse, il cosiddetto bonus Irpef, non è altro che la sostituzione dei famosi 80 euro di Renzi. In pratica, un incentivo che deriva dal taglio al cuneo fiscale presente dal luglio del 2020. Ecco, come calcolarlo e chi sono i possibili destinatari.

Esso spetta ad una categoria in particolare di contribuenti e non è elargito a nessun altro. Parliamo infatti, solo ed esclusivamente di chi è titolare di un reddito da lavoratore dipendente, o chi percepisce redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, sia privati che pubblici.

Bonus Irpef: le cifre

Tante buone notizie quindi derivano dai bonus. Sia per l’Irpef che per chi attende quelli con possibilità di non presentare l’Isee. Da ricordare tra l’altro, che i bonus Irpef spetta anche ai lavoratori attualmente in cassa integrazione, ai disoccupati in regime di indennità Naspi e lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio. In pratica, a chi percepisce delle indennità Inps.

E quando arriverà questo bonus? Il 23 agosto. Quindi davvero tra pochissimo, verranno corrisposti tutti i pagamenti per l’indennità a chi spetta. Chi ha un lavoro dipendente, riceverà il bonus direttamente in busta paga, mentre per chi avesse Naspi o cassa integrazione, la quota spettante verrà semplicemente sommata.

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Se volete sapere quanto vi spetta, bisognerà fare un calcolo. Questo bonus infatti, viene calcolato sulla base del reddito lordo percepito e decresce con il crescere del reddito. 100 euro quindi, andranno a chi ha reddito inferiore a 28mila euro. Da quella somma in su, il bonus appunto, diminuirà a seconda della crescita della cifra corrispondente al reddito del lavoratore. 80 euro al mese, saranno corrisposti a chi ha reddito tra 28mila e 35mila euro, poi decresce ancora, fino ad arrivare al massimale di 40mila euro. Da quella cifra in poi, non spetta più al lavoratore.

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