Pensionati retribuiti: uffici pubblici verso la svolta epocale

Con un emendamento al Recovery Plan, potrebbe essere rivisto il divieto di epoca Monti sulle retribuzioni ai pensionati impiegati nelle P.A.

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C’è una svolta epocale all’orizzonte per quanto riguarda il lavoro dei pensionati. Nello specifico, quei lavoratori che, esaurito il loro periodo di contribuzione, collaborano con gli uffici della pubblica amministrazione, svolgendo incarichi solo in forma di volontariato. Una regola radicata ma che potrebbe essere rivista grazie a un emendamento al Recovery Plan che, in questo modo, rivedrebbe quanto stabilito dal governo Monti nel 2012, all’epoca della discussa spending review post-Berlusconi.

In sostanza, per i pensionati che svolgono mansioni in collaborazione con gli uffici pubblici a titolo gratuito, potrebbe scattare una retribuzione. Esattamente, una revisione del decreto legge n. 95 del 2012 che, all’articolo 5 comma 9, prevede il divieto di assegnare incarichi a lavoratori in pensione nell’ambito della pubblica amministrazione. Inoltre, alle stesse era fatto divieto di conferire agli stessi degli incarichi dirigenziali, cariche o altro negli enti controllati dalle amministrazioni pubbliche.

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Pensionati con retribuzione, le possibili novità sul divieto

In sostanza, il Recovery Plan potrebbe intervenire su una norma ormai radicati da tempo. Nel 2012, il governo tecnico guidato da Monti decise per i tagli nel settore pubblico, rivedendo la prassi sulle retribuzioni e sugli incarichi ai pensionati. Nello stesso comma, a ogni modo, si garantiva al lavoratore in pensione la possibilità di svolgere degli incarichi qualora questi fossero a titolo gratuito e solo per un anno di mansione (non rinnovabile). Per ora non si parla di novità in termini di proroghe ma sul piano del compenso forse qualche indizio c’è.

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La normativa vigente pone ancora il divieto ma un emendamento al Recovery ha riaperto il fronte di discussione. Da un lato si presenta il dubbio circa la possibilità di riattivare di fatto una spesa ulteriore per le mansioni pubbliche a chi, teoricamente, già percepisce l’assegno pensionistico. Dall’altro, però, interviene il punto della crisi pandemica che, al pari di altri, pone anche i lavoratori pensionati di fronte a uno sforzo improduttivo in termini economici. La decisione spetterà in fase di esame. Le possibilità tuttavia sembrano esserci.

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