Gerry Scotti e la curiosa storia del vitalizio: in che modo lo spenderà

Per Gerry Scotti si avvicina il momento del vitalizio dovuta una sua parentesi nel mondo della politica negli anni ’80. Vediamo cosa ha deciso a tal proposito

Gerry Scotti
Fonte Getty Images

Gerry Scotti è noto al grande pubblico per le sue storiche conduzioni televisive. Con il suo carisma e la sua simpatia ha fatto breccia nel cuore degli italiani, diventando nel tempo una delle icone nazional-popolari della tv del Bel Paese. 

In pochi ricordano la sua fugace apparizione sulla scena politica. Nel 1987 infatti è stato deputato per qualche tempo. Si candidò al collegio di Milano, alla camera dei deputati per il partito socialista. Fu eletto con ben 9.286 voti. 

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Gerry Scotti: la sua scelta in merito al vitalizio

Una parantesi di cui lo stesso showman non parla molto, ma che ha rimembrato durante una “chiacchierata” con Maurizio Costanzo a “L’Intervista” (uno dei format del conduttore romano), avvenuta qualche tempo fa.

L’ha ricordata con malinconia e ha detto di non voler più fare ritorno in quel mondo. Infatti ha dichiarato che durante il suo mandato si è sentito profondamente inutile. Di quell’esperienza rimane però un’eredità per certi versi scomoda, ovvero quella del vitalizio. 

Senza troppi giri di parole ha spiegato di aver richiesto espressamente di rinunciare all’indennizzo (e di dare la possibilità di farlo a chiunque non lo vuole) e che Matteo Renzi lo avrebbe anche preso in considerazione, senza però poterlo accontentare.

La richiesta non è stata accolta e gli è stato risposto: “Quando lo riceverai donalo in beneficenza”. Uno spunto importante, che con tutta probabilità Scotti prenderà al volo. Da persona altruista e generosa avrebbe voluto che lo Stato avesse impiegato quel denaro in maniera differente, ma hanno lasciato “gentilmente” l’incombenza a lui.

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Sicuramente saprà come utilizzarli nel migliore dei modi e magari regalare un sorriso a chi in questo momento non se la passa propriamente bene. Un esempio da seguire quello del conduttore pavese, che al pari di altri personaggi transitati tra le aule del parlamento, di certo non ha bisogno di queste concessioni. 

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