Privacy a rischio, nuovo attacco ai nostri account social e Google: chi sono i colpevoli

Nuovo allarme di una possibile violazione della privacy dei nostri account Facebook, WhatsApp, Google e Instagram. L’attacco potrebbe venire da una azienda israeliana, la Paragon. 

Pixabay

Due fonti sicure, il sito Forbes e l’Agenzia Ansa lanciano un allarme e informano tutti gli utenti della possibilità che un gruppo israeliano riesca a violare la crittografia utilizzata da alcune tra le app più utilizzate. WhatsApp, Facebook, Instagram, Signal, gmail e Google potrebbero facilmente essere violate da Paragon, un’azienda che sembrerebbe molto più forte di Pegasus. Gli spyware di Pegasus sono stati al centro di un’inchiesta giudiziaria e giornalistica. L’accusa era di spiare le conversazioni, i messaggi e tante attività di personaggi politici e giornalisti. La violazione dell’azienda sembra nulla, oggi, rispetto al potenziale di Paragon.

Leggi anche >>> Attacco hacker più ampio del previsto: cosa si rischia di non riuscire a pagare

L’allarme sicurezza: chi può violare la nostra privacy

Paragon ha sviluppato un software in grado di concedere l’accesso immediato a tutti i dispositivi che si intendono spiare. Questo è quanto sostiene un esperto della sicurezza intervistato su Forbes, una rinomata rivista statunitense di economia. Tutte le comunicazioni veicolate attraverso le app più comuni possono essere intercettate e la privacy violata.

L’azienda Paragon è una start up nata nel 2019 e sostenuta economicamente tramite degli investimenti di facoltosi uomini di affari anche statunitensi. La collaborazione è dovuta al collegamento tra il governo degli Stati Uniti e le agenzie di intelligence israeliane. La difesa del gruppo all’accusa su Forbes non si è fatta attendere.

Leggi anche >>> Milioni di password online: la nostra sicurezza è a rischio

La risposta di Paragon

Paragon si è difesa dalle accuse di allarme alla sicurezza attraverso le parole di un dirigente che ha sottolineato come la vendita dei servizi e dei prodotti di sorveglianza sia destinata solamente ai soggetti che rispetteranno le norme internazionali di difesa dei diritti e delle libertà fondamentali.

La recente nascita del gruppo, poi, non consente – per il momento – di annoverare tra i clienti grossi nomi internazionali. Il portafoglio è in fase di crescita e l’attenzione sull’azienda è in costante aumento. Non è possibile, dunque, affermare con certezza che il software di Paragon, azienda il cui co-fondatore e direttore è Ehud Schneorson (ex comandante dell’Intelligence Corps delle Forze di difesa israeliane) possa realmente violare tutti gli account delle app più note.

Impostazioni privacy