Pensioni, occhio alla beffa: chi deve restituire 20 mila euro all’Inps

Brutte notizie per alcuni pensionati che rischiano di dover restituire ben 20 mila euro all’Inps. Ecco cosa sta succedendo.

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Andare in pensione si rivela essere, senz’ombra di dubbio, un traguardo molto importante della propria vita. Dopo aver trascorso anni alle prese con i vari impegni lavorativi, infatti, è possibile finalmente staccare la spina e dedicarsi ai propri interessi. Non stupisce, quindi, che siano in molti a non vedere l’ora di maturare finalmente i requisiti, sia anagrafici che contributi, necessari per accedere al trattamento pensionistico. Proprio in tale ambito sono in molti a volgere un occhio di riguardo alla riforma delle pensioni, che dovrebbe portare con sé delle importanti novità.

Tuttavia non sempre le cose vanno come sperato e in alcuni casi si rischia di trovarsi di fronte a una lettera inaspettata in grado di far agitare anche alle persone più tranquille al mondo. Lo sanno bene, purtroppo, alcuni pensionati che si sono visti recapitare delle lettere dall’Inps, con tanto di richiesta di restituzione di somme indebitamente percepite. Comunicazioni che non passano di certo inosservate, con molti che rischiano di dover restituire all’ente ben 20 mila euro. Ecco cosa sta succedendo.

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Pensioni, chi deve restituire 20 mila euro all’Inps: cosa c’è da sapere

Pensione quattordicesima
Foto © AdobeStock

L’Inps può in alcuni casi inviare delle comunicazioni ai pensionati con la richiesta di restituzione di eventuali somme indebitamente percepite. Ne sono una chiara dimostrazione alcune lettere sul ricalcolo delle pensioni inviate di recente ad alcuni pensionati. Come riportato da Il Giornale, ad esempio, una signora ha ricevuto un provvedimento Inps in cui le chiedevano la restituzione di 20 mila euro. Pochi giorni dopo ne ha ricevuto un altro, con un importo inferiore rispetto al precedente.

Se tutto questo non bastasse l’ente non ha provveduto a specificare la causa dell’errore e quale fosse l’importo del debito a cui fare riferimento, ovvero se la prima o la seconda lettera. Una situazione, purtroppo, che si verifica molto più spesso di quel che si pensi e per cui è bene prestare la massima attenzione. Molte volte, infatti, può capitare che l’Inps eroghi delle somme di pensione maggiori rispetto a quelle spettanti, con il diretto interessato che a sua volta non sa nemmeno di percepire più del dovuto.

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Proprio per questo motivo, quando giunge una lettera sul ricalcolo delle pensioni, è sempre bene accertarsi che la richiesta dell’ente sia legittima. Se a commettere l’errore di calcolo è stato l’istituto di previdenza, infatti, quest’ultimo non può richiedere nulla indietro. Nel caso in cui sia il pensionato a commettere dolo, ad esempio attraverso una falsa dichiarazione, invece, deve provvedere obbligatoriamente ad effettuare la relativa restituzione.

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