Salernitana in Serie A col trust: cos’è e come funziona

Via libera dalla Figc: la Salernitana è iscritta al prossimo campionato grazie al parere positivo sul trust. Vediamo di cosa si tratta.

Salernitana trust
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Tutto a posto, almeno per il momento. La Salernitana parteciperà al prossimo campionato di Serie A, dribblando provvisoriamente le restrizioni che le hanno impedito, fino a questo momento, di accedere al torneo venturo semplicemente per i suoi meriti sul campo. Il problema era ben noto: la squadra di Salerno figura sotto la presidenza di Claudio Lotito, già presidente di un altro club di Serie A (la Lazio). Uno scoglio che inizialmente appariva puramente formale ma che, nelle ultime settimane, aveva mostrato di essere particolarmente spigoloso.

Anche questa soluzione, in realtà, non aveva convinto fino in fondo tanto che, inizialmente, era stata bocciata nella sua versione “blind”, il 25 giugno scorso. Il nodo era l’autonomia economica, ovvero l’indipendenza totale dall’altra società gestente il club della massima serie di cui Lotito figura come presidente. La documentazione inoltrata, a quanto pare, avrebbe convinto la Figc della bontà della soluzione, autorizzando l’iscrizione della Salernitana a quello che sarà il suo secondo campionato di Serie A, esattamente ventitré anni dopo il debutto.

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Salernitana, ok alla Serie A: perché il trust è stato accettato

Il trust passa, la Salernitana comincerà il campionato ma le difficoltà sono comunque tutt’altro che finite. Anzi, nonostante si sia assicurata, da parte delle società guidata da Lotito Jr e Marco Mezzaroma, l’indipendenza economica da Lotito Sr e dalla Lazio, il trust avrà un impegno preciso: vendere il club entro dicembre 2021, pena l’esclusione della squadra anche a campionato in corso. Il comunicato finale è stato chiaro: “La Covisoc è del parere che il piano della società è da considerarsi credibile e dà conto di una base previsionale di indipendenza economico-finanziaria almeno fino al 31 dicembre 2021”.

In pratica, la Salernitana passa a un trust che si impegna a non bussare alla porta del patron per almeno sei mesi. Tempo nel quale dovrà sbrigarsi per cercare un acquirente che possa sbrogliare definitivamente la situazione. Una decisione che, a fronte della prospettiva di infinite battaglie legali, alla fine “premia” tutti i contendenti. La Figc, che evita una querelle di ricorsi (incluso quello del Benevento, che avrebbe avuto diritto al ripescaggio), ma anche Lotito, che alla fine riesce a piazzare la Salernitana in A senza, di fatto, averla ancora venduta. Da qui a dicembre, potrà farlo con più calma, senza la necessità di accettare offerte-lampo per rispettare le tempistiche esigue. In pratica, per non uscirne tutti sconfitti, si è deciso di uscirne vincitori. Provvisori, naturalmente.

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Cos’è un trust

Ma cos’è un trust? Tecnicamente, si tratta di uno strumento di strutturazione patrimoniale, particolarmente apprezzato nell’imprenditoria anglosassone ma ormai piuttosto consolidato anche in Italia. Specie in ambito sportivo. Il disponente, attribuisce dei beni al cosiddetto trustee (un fiduciario), che si impegnerà ad amministrarli in base alle regole stabilite nell’atto di costituzione del trust (letteralmente, in italiano, “fiducia”). In pratica, il trust consente di proteggere i beni da situazioni di rischio: per un atleta, magari di giovane età, significherebbe tenerli al sicuro da possibili crisi di liquidità, poiché di fatto non gestente direttamente del suo patrimonio, grazie alla mediazione del fiduciario. Nel caso specifico, invece, lo strumento avrà lo scopo di gestire la partecipazione totalitaria, garantendo la separazione del club dalla proprietà della Lazio. L’obiettivo è sì evitare un conflitto d’interesse ma anche gestire la pratica della cessione del club. Con il vicino orizzonte di sei mesi.

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