Pagamenti in contante, occhio alle sanzioni: ecco cosa si rischia

Attenti ai pagamenti in contante e relative limitazioni. In alcuni casi, infatti, si rischia di dover fare i conti con delle pessime conseguenze. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Euro banconote

I soldi non sono in grado di garantire la felicità, ma non si può negare che aiutino a risolvere un bel po’ di situazione problematiche. Ogni prodotto o servizio di nostro gradimento, d’altronde, per essere acquistato richiede una contropartita di tipo monetario. Non stupisce, quindi, il fatto che proprio i soldi finiscano spesso per essere oggetto di discussione. A partire dalla spesa settimanale fino ad arrivare alle varie necessità quotidiane, d’altronde, sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere le mani nel portafoglio e tirare fuori i soldi. Proprio quest’ultimi, nel corso degli anni, si sono resi protagonisti di continui cambiamenti, tanto da ritrovarci ad assistere a un’importante e graduale rivoluzione dei metodi di pagamento.

Cambiamenti che sembrano destinati a non arrestarsi, tanto da farsi sempre più largo l’ipotesi di dover dire a breve addio a contanti e bancomat. Uno scenario che sembra trovare conferma in alcune misure adottate anche dal governo, con il chiaro intanto  di disincentivare l’utilizzo del contante. Ne sono un chiaro esempio il programma cashback e della lotteria degli scontrini, ma non solo. Sempre più spesso, infatti, bisogna fare i conti con dei limiti in caso di pagamenti con denaro contante, che portano con loro delle ripercussioni, traducibili in sanzioni. Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Pagamenti in contante, occhio alle sanzioni: tutto quello che c’è da sapere

Pagamento in contanti (Fonte foto: web)

L’evasione fiscale rappresenta da sempre una delle maggiori piaghe della nostra società. Proprio per questo motivo l’esecutivo ha adottato, nel corso degli anni, varie misure volte a contrastare tale fenomeno. Ne è un chiaro esempio il limite imposto nei pagamenti con denaro contante, al momento pari a 1.999,99 euro. A partire dal 1° gennaio del 2022, invece, tale soglia limite verrà ulteriormente ridotta, arrivando a quota 999,99 euro.

Tale limite, ricordiamo, fa riferimento al singolo pagamento o a transazioni frazionate in modo artificioso, Vengono considerate tali se uno stesso acquisto viene frazionato nell’arco di 7 giorni. Nel caso in cui si superino tali limiti, si corre il rischio di dover fare i conti con una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate e alla possibile applicazione della normativa sull’antiriciclaggio. Se tutto questo non bastasse, si rischia di dover pagare una multa che va dai 3 mila ai 5 mila euro.

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Oltre ai pagamenti con denaro contante, a destare particolare interesse sono anche i prelievi da conto corrente. In quest’ultimo caso i controlli del Fisco avvengono generalmente se la banca segnala delle particolari operazioni in entrata e in uscita. Entrando nei dettagli, infatti, le verifiche da parte delle autorità competenti avvengono, ad esempio, per:

  • le imprese, se l’importo supera quota mille euro giornalieri o 5 mila euro mensili;
  • privati cittadini, invece, possono evitare i controlli, se ritirano dai 500 ai 1.000 euro al giorno e dai 2.000 ai 3.000 euro al mese.

 

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