Il commercio si è spostato su Whatsapp: attenzione agli acquisti “illegali”

È sempre più diffuso lo spaccio tramite Whatsapp. Pusher e acquirenti si “incontrano” in chat dove però non sempre le cose vanno come si spera

Spaccio tramite Whatsapp
Fonte Pixabay

In una società dove i rapporti dal vivo sono ormai sempre più ridotti ai minimi termini, anche le contrattazioni inerenti le sostanze stupefacenti hanno cambiato “piazza”. Ormai i pusher non agiscono più nei centri cittadini così come accadeva fino a qualche anno fa.

Si creano una cerchia di contatti attraverso le più innovative chat su tutte Whatsapp e Telegram. In molti però cadono nella trappola di pensare che i movimenti sulle applicazioni di messaggistica istantanea non siano facilmente reperibili. In linea di massima può essere così. Alla lunga però si rischia di attirare l’attenzione e di essere sotto il controllo delle forze dell’ordine.

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Spaccio tramite Whatsapp: arrestato un pusher a Roma

Ed è proprio ciò che è accaduto nella Capitale dove gli agenti del Commissariato Celio diretto da Maria Sironi sono riusciti a risalire ad uno spacciatore di zona. Un’operazione resa possibile dall’investigazione delle chat di Whatsapp.

Partendo dal principio, tutto è iniziato con il fermo di una vettura con a bordo due ragazzi, che sono stati sorpresi con 2,8 grammi di marijuana e 0,8 grammi di hashish. Per loro oltre alla sanzione amministrativa è scattato il controllo dei cellulari dai quali è emersa una conversazione con un 27enne romano, da cui erano state acquistate le sostanze illegali. 

A quel punto le forze dell’ordine sono risalite al pusher. Durante l’ispezione presso la sua abitazioni sono stati rinvenuti 65 grammi di hashish e 4 grammi di marijuana, coltelli utilizzati per dividere i quantitativi, materiali per il confezionamento e addirittura i dei fogli con i nomi degli acquirenti e le cifre pagate. 

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Immediato l’arresto per detenzione di materiale stupefacente ai fini di spaccio. Dopo la convalida dell’arresto l’Autorità Giudiziaria ha disposto l’obbligo di firma.

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