Fondi pensione o Tfr? Ecco le integrative che convengono di più

L’anno della pandemia registra un rendimento migliore per i Fondi pensione, in quasi tutte le loro forme. Vediamo perché.

Fondo pensione
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In teoria non vorrebbe nessuno ma alla fine viene da pensarci. Una comparazione, anche minima, su quali strategie convengano di più per avere un rendimento congruo agli sforzi profusi. Una contrapposizione che viene posta sovente è quella fra i Fondi pensione e il Trattamento di fine rapporto. Ossia, il fondo complementare per integrare di fatto la pensione ordinaria, oppure il normale corrispettivo versato a un lavoratore dipendente al termine del rapporto lavorativo. Una questione emersa ancora di più durante la pandemia, nel momento in cui i Fondi pensione hanno generato un rendimento del 3,1% contro l’1,2% del Tfr.

Numeri che hanno portato a rifletterci sopra. Anche perché, nel caso dei Fondi, a subentrare è stato un fattore come il recupero dei mercati finanziari, avvenuto soprattutto nella seconda metà del 2020. Il Tfr, invece, si lega più che altro al tasso di inflazione e all’andamento dei Titoli di Stato. Chiaro che, in una fase critica per gli investimenti e l’economia in generale, il Trattamento di fine rapporto abbia perso un po’ di terreno.

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Fondi pensione contro Tfr, punti di forza e punti deboli

I Fondi pensione, al momento, viaggiano su un +3,1%. Un fattore di forza, senza dubbio, ma va tenuto conto che, essendo suscettibili all’andamento dei mercati finanziari, la variabile dell’instabilità è certamente più marcata. Tuttavia, fin dalla loro istituzione, il rendimento è sempre stato superiore rispetto al Tfr. A loro vantaggio giocherebbero diversi fattori. Innanzitutto la varietà: al momento, in Italia, esistono 372 fondi pensione, anche se in riduzione, 33 dei quali negoziali, altri 42 aperti e 71 individuali pensionistici. Gli ultimi 226 sono fondi preesistenti. Quasi 39 miliardi di euro sono investiti nei Fondi pensione, ovvero circa il 29% del patrimonio, con i Titoli di Stato a fare la parte del leone:  28,4 miliardi di euro.

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A dare un ulteriore indicatore dell’andamento dei Fondi è la relazione della Covip, che mostra un certo rendimento anche dai Fondi pensione aperti nell’anno della pandemia. Nel 2020, infatti, si è registrato un interessante 2,9%. Per quanto riguarda le gestioni separate di ramo I, ovvero riguardanti gli iscritti alla Gestione separata di qualunque ente previdenziale, si ragiona su un 1,4%. Non malissimo ma decisamente prossimo al rendimento del Tfr. Chi sceglie i Fondi resta su investimenti abbastanza sicuri, come una quota in obbligazioni governative o titoli di debito, pari al 56,1% del patrimonio. Quota minore (circa il 20%) per i titoli di capitale, comunque in salita rispetto al 2019. Fermi al 6,6% i depositi.

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