Bancomat, occhio ai movimenti: ecco quando scattano i controlli del Fisco

Attenti ai movimenti con il bancomat. In caso di transazioni sospette, infatti, possono scattare i controlli del Fisco. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

I soldi non sono in grado di garantire la felicità, ma aiutano, senz’ombra di dubbio, a risolvere un bel po’ di problemi. A partire dall’alimentazione fino ad arrivare alle bollette, d’altronde, sono davvero tante le spese da dover affrontare. Non stupisce, pertanto, il fatto che proprio i soldi finiscano spesso per essere al centro di varie discussioni. Se tutto questo non bastasse, gli strumenti di pagamento si sono resi protagonisti, nel corso degli anni, di continui cambiamenti. Una vera e propria evoluzione, che potrebbe a breve portarci a dover dire addio al denaro contante e ai prelievi da conto corrente.

In attesa di capire cosa ci riserverà il futuro, è bene stare attenti al presente e ai vari movimenti effettuati con il bancomat. Quest’ultimi, infatti, si presentano come operazioni molto semplici, che richiedono davvero poco tempo. In alcuni casi, però, ci si può imbattere in alcune situazioni poco piacevoli, che finiscono inevitabilmente per destare un bel po’ di preoccupazione. Parliamo dei controlli del Fisco, che scattano in presenza di transazioni poco chiare. Ma quali sono, in genere, gli importi che possono far scattare l’allarme? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Bancomat, quando scattano i controlli del Fisco: tutto quello che c’è da sapere

Pace fiscale
Foto: Web

Nell’ultimo periodo l’Agenzia delle Entrate sta volgendo un occhio di riguardo ai vari movimenti effettuati con il bancomat. Proprio analizzando le varie spese, prelievi e versamenti, infatti, è possibile fare un quadro della situazione economica di ogni cittadino e procedere con i relativi accertamenti, in presenza di transazioni sospette.

A tal proposito è bene sapere che i controlli del Fisco scattano al superamento di determinate soglie, ovvero:

  • prelievi o pagamenti maggiori a mille euro al giorno o 5 mila euro al mese per i commercianti;
  • importi superiori a 10 mila euro al mese per tutti i cittadini.

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Nel caso in cui si superino tali importi, scatta la segnalazione all’Unità di informazione finanziaria (Uif) presso la Banca d’Italia per il rischio di riciclaggio di denaro sporco. Allo stesso tempo è bene stare attenti ai movimenti complessivi effettuati con il proprio bancomat. Se si spende più del 20% di quanto guadagnato, infatti, il Fisco può chiedere la provenienza di questi maggiori introiti. Se invece il rapporto entrate/uscite è congruo, non vi è nulla da temere.

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