Cashback, giro di vite contro i furbetti: ecco chi vince ora

Con la stretta anti-furbi la situazione Cashback cambia: la corsa al maxi-rimborso potrebbe riservare qualche radicale sorpresa.

Cashback furbetti
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Giugno, mese di volata per la corsa del Cashback. Un percorso complicato, degno delle tappe dell’appena concluso Giro d’Italia. Soprattutto nel momento in cui le transazioni eseguite sono state talmente tante da rendere quasi impari il gioco per molti partecipanti. Il mese restante per il rush che porterà al maxi-rimborso da 1.500 euro, richiederà un numero record di transazioni: se si dovesse proseguire su questo andamento, al 30 giugno potrebbero servirne ben 561 per rientrare fra i primi 100 mila della classifica finale. Merito, anzi, colpa di chi ne ha eseguite troppe e in modo ravvicinato, tanto da finire nel mirino del sistema di monitoraggio.

Chi verrà colto in contropiede, ovvero senza poter giustificare i pagamenti di piccolo importo e vicini nel tempo (ovvero nella stessa giornata), potrebbe andare incontro allo storno. Con la conseguenza di variare la graduatoria finale per il premio più ambito, magari costringendo a rivedere al ribasso (seppur non di molto) il numero delle transazioni. Per questo le stime sulle possibili cifre dei vincitori potrebbero risultare troppo vaghe. Qualora possa essere stimato un calcolo, in sostanza, andrebbe preso con le molle.

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Cashback, giro di vite contro i furbetti: la situazione per il maxi-rimborso

Finora la media necessaria era di 16,8 transazioni al giorno. Comunque un numero ragguardevole, fuori della portata del consumatore medio, anche in termini di necessità di acquisto. Tuttavia, ancora rientrante nella categoria del possibile, a patto di possedere una carta piuttosto facoltosa e parecchio tempo per usarla. Tuttavia, con la possibilità che vengano depennate le micro-transazioni, molto potrebbe cambiare in tempi brevi. Certo, resta da capire se il gioco sia valso la candela. Nel senso che, constato il numero monstre di transazioni necessarie, alla fine sia stata più la spesa che l’impresa.

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Qualcuno si è già detto pentito di aver partecipato alla scalata. E questo sia fra chi aspira al rimborso che fra gli esercenti. In alcuni casi, come i benzinai, vittime di un sistema non sufficientemente tutelante in questo senso. Il numero record di micro-transazioni eseguite ai distributori, soprattutto durante la notte, ha sortito l’effetto opposto a quello per cui il Cashback era stato pensato. Questo, naturalmente, declinato alla corsa al Super Cashback. Per chi corre per il rimborso ordinario, quello da 150 euro, il discorso è diverso. Meno impegno e, soprattutto, meno furbi.

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