Aumento Pensioni, nel 2022 è prevista una svolta: sarà vero?

E’ previsto un aumento delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2022. Quali sono i fattori che potrebbe interferire ed impedire la rivalutazione degli assegni?

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Tutte le pensioni dovrebbero subire un aumento a partire dal 1° gennaio 2022. La notizia giunge come una lieta novella per i milioni di pensionati italiani ma potrebbero intervenire alcuni fattori a bloccare la rivalutazione degli assegni.

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Aumento della pensione, ecco i motivi

Annualmente le pensioni vengono rivalutate per l’adeguamento all’andamento dell’inflazione in modo tale da non perdere il valore di acquisto. Il 1° gennaio 2022 tale meccanismo di perequazione delle pensioni dovrebbe essere soggetto ad un cambiamento per applicare un sistema di calcolo più favorevole soprattutto per gli assegni di importo medio-alto.

La Legge, dunque, inverte la rotta rispetto alla direzione presa negli anni passati che prevedeva un sistema di rivalutazione svantaggioso per i pensionati titolari di una pensione dall’importo superiore ai 2 mila euro lordi al mese. Il taglio ha incontrato l’ostilità dei sindacati che più volte hanno richiesto di eliminare la rivalutazione parziale al di sopra di determinate cifre. Fino al 31 dicembre 2021 il tasso ridotto continuerà ad essere applicato nella misura del 77% per importi superiori di 3/4 volte il minimo (515,58 euro), del 52% per importi superiori di 5/6 volte, del 47% per importi superiori di 6/8 volte, del 45% per importi superiori di 8/9 volte e, infine, del 40% per importi superiori a 9 volte il trattamento minimo. Dal 1° gennaio 2022 le cose dovrebbero cambiare.

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Dal 1° gennaio 2022 entra in vigore un nuovo sistema di rivalutazione

La normativa conferma il cambio di rotta a partire dal 1° gennaio 2022 con l’applicazione di un nuovo sistema di rivalutazione. Nello specifico, è prevista la perequazione piena (cioè del 100%) sotto le quattro volte il trattamento minimo; la perequazione al 90% dalle quattro alle cinque volte il minimo e al 75% al di sopra delle cinque volte il minimo. I vantaggi sono evidenti, i tagli verranno notevolmente ridotti e le pensioni medio-alte saranno più alte.

E questa è la parte felice della novella. Ora arrivano le brutte notizie che riportano alcuni fattori che potrebbero evitare la rivalutazione in positivo.

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La rivalutazione avverrà realmente?

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I motivi principali che potrebbero impedire l’aumento delle pensioni sono due, legati tra loro. La politica e il Governo Draghi potrebbero intervenire e ritardare la rivalutazione favorevole degli assegni in modo tale da risparmiare sulle pensioni. La decisione potrebbe essere dettata da esigenze nate in seguito alle drastiche conseguenze della pandemia. In più, l’aumento potrebbe non essere preso in considerazione proprio perché il Covid potrebbe non aver causato un cambiamento dell’inflazione che giustifichi il cambio di importi.

Le domande non avranno risposta a breve. Occorrerà attendere qualche mese per scoprire se la situazione rimarrà stagnante come nel 2021 oppure vedrà realizzarsi la lieta novella tanto attesa.

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