Il gioco subdolo delle finanziarie: sedotto e abbandonato in 2 ore

Alcune vicende non fanno che interrogare e portare a riflessioni estreme milioni di cittadini italiani. Cosa succede davvero?

Centralinista
Centralinista (Adobe)

Le esperienze di alcuni cittadini, molti di questi disperati dalle condizioni di vita e dagli stenti che nonostante tutto riescono sempre a caratterizzare alcuni momenti della propria esistenza, vivono anche di incontri di confronti, ed è qui che sempre più spesso ci si rende conto di quanto si subdolo ed ipocrita tutto ciò che circonda i nostri giorni. L’esperienza di Tommaso Greganti, 50enne toscano, che ha voluto raccontarci la sua vicenda, fa davvero riflettere.

La storia di Tommaso è quella di un padre, separato, che ad un certo punto ha bisogno di soldi, per provvedere ad alcuni lavori di ristrutturazione presso l’abitazione dove le sue figlie vivono insieme alla ex moglie. 5mila euro, questa la cifra di cui Tommaso avrebbe bisogno, e cosi si rivolge ad una nota società finanziaria, presso la quale, Tommaso ha acceso anche un altro finanziamento, qualche mese prima, per pagare i conti di alcuni problemi di natura fisica.

Al telefono, la centralinista di turno è raggiante, rassicura Tommaso in ogni modo, l’azienda sicuramente si farà carico della sua seconda richiesta, nonostante la precaria condizione lavorativa e la mancanza della necessaria documentazione. Tommaso non deve fare altro che recarsi presso il più vicino ufficio dell’azienda ed affidarsi ad un consulente. L’uomo è felice, raggiante, potrà fare fronte ad un problema per lui molto serio, potrà fare il massimo per le proprie figlie.

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Soldi fondo perduto
Foto: Web

Tommaso si reca presso gli uffici della società finanziaria il giorno dopo. Quasi un’ora al telefono con la gentilissima centralinista ha lasciato in lui tanta speranza per la buona riuscita dell’operazione, la sua unica speranza. In ufficio, però, la doccia gelata, l’uomo non può essere accontentato, non offre le necessarie garanzie. Lavoro incerto, documentazione mancante. Tommaso è sconcertato, tutte le ottimistiche sensazioni della centralinista dove sono finite?

L’uomo va via, sconfitto, davanti all’ultimo colpo inferto da una vita di stenti ed incertezze. Ma qual’è il gioco di queste aziende, di queste società si chiede? Quanto può guadagnare una centralinista per illuderti al punto di recarti fiero presso l’ufficio competente, pieno di speranza e gioia per quello che stai per fare. Non poteva, la centralinista, dire che no era possibile assecondare le sue richieste? I dubbi attanagliano l’uomo.

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Un bonus, una provvigione per ogni appuntamento preso, questo guadagna una centralinista, realizza Tommaso, e noi? Noi cosa siamo? Appuntamento, opportunità di guadagno, sempre e comunque. “Ho perso tre ore della mia vita – racconta – in cui avevo immaginato di essere utile, ancora una volta alle mie figlie, di riuscire a fare qualcosa per loro, e invece, ero soltanto una pedina nel gioco subdolo di chi fa di noi ciò che vuole”. La disperazione di Tommaso, è quella di milioni di cittadini, smarriti, soli, davanti alle difficoltà della vita.

Donne e uomini che spesso credono di essere compresi, sostenuti, aiutati, ed invece, quei gesti, quella finta comprensione e quel falso sostegno non rappresenta altro che il tentativo di sfruttare, ancora una volta, a proprio piacimento, la loro disperazione.

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