L’arte del risparmio in pandemia: chi ce l’ha fatta e chi no

Una tendenza generale quella del risparmio, acuita dalle difficoltà della crisi e che ha accomunato praticamente tutte le famiglie.

Famiglie risparmio
Foto © Adobestock

La crisi non ha guardato in faccia nessuno e continua a non farlo. Tuttavia, nonostante le difficoltà siano state più o meno speculari in ogni nucleo familiare, qualcuno più di qualcun altro è riuscito ad attenuare gli effetti del disastro. Molto è dipeso da quanto, in passato, le famiglie siano riuscite a mettere da parte. In poche parole, ancora una volta è la tendenza al risparmio che viene in aiuto per capire chi è in grado di cavalcare le onde dell’instabilità economica globale. Ancora di più in caso di eventi imprevisti e imprevedibili, come una pandemia. Un dato, in questo senso, è piuttosto indicativo: nel 2020, il 40% delle famiglie italiane è riuscito a risparmiare. Soprattutto coloro che hanno incontrato meno difficoltà nell’arrivare alla fine del mese.

Questo quanto emerso dall’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia, incentrata su quasi 3 mila nuclei familiari italiani. Il tutto tenendo conto di un dettaglio tutt’altro che irrilevante: sui conti correnti, infatti, è stata registrata una liquidità superiore addirittura a 1.700 miliardi di euro. Un dato risulta chiaro fin da subito: i migliori risparmiatori sono stati coloro che un fisso sono riusciti a portarlo a casa. Per gli altri il percorso è stato più tortuoso.

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L’arte del risparmio in pandemia: ecco chi ha messo da parte di più

L’analisi di Bankitalia è chiara: il risparmio è stato maggiormente ad appannaggio dei lavoratori dipendenti, con il 43,4% del totale. A seguire i pensionati (40,4%). Meno rilevante ma comunque indicativo che la situazione risultante dalla comparazione dei titoli di studio non crei un abisso. La maggior capacità di risparmio è dei laureati (53,6%) ma i diplomati non sono lontani: 44%. Prevale il Nord, anche se di poco: 42,5% dei residenti ha messo da parte qualcosa in tempo di pandemia. Inoltre, la tendenza al risparmio prosegue anche nel 2021 visto che, secondo i tecnici, appena un terzo verrà consumato nell’anno in corso. Un atteggiamento prudenziale giustificato dalle incognite della ripresa.

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Va detto, inoltre, che oltre l’80% degli intervistati conferma un’altra tendenza: quella della riduzione delle spese. Frutto delle chiusure, certamente, ma anche qui di un atteggiamento di prudenza che porta i risparmiatori a voler conservare il denaro piuttosto che impiegarlo per fattori non basilari. E la propensione al risparmio resterà anche nei prossimi mesi, con il 45% delle famiglie che mette in conto di spendere meno del reddito annuo. Un obiettivo sul quale convergono sia gli stipendiati con compenso fisso che i meno fortunati. ANche perché c’è un altro dato comune, ovvero la riduzione dei redditi. Una sfaccettatura potenzialmente gravissima, che ha coinvolto il 60% dei nuclei familiari. La prudenza è più che legittima.

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