La truffa degli incantatori, così entrano nelle chat: “Mi sentivo sotto ipnosi”

Una donna di 87 anni è stata raggirata, sfruttando un presunto incidente della figlia. Una truffa in piena regola, quasi ipnotica.

Truffa ipnotica
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Dei veri e propri incantatori di serpenti, in grado di ottenere informazioni personali delle vittime e sfruttarle per i propri scopi. Il tutto nell’ambito di una truffa perfettamente architettata, allo scopo di conquistare la fiducia dei “prescelti” e carpire loro quanto potrebbe servire per guadagnarci o compiere qualunque altro tipo di misfatto. Si tratta di truffatori esperti, in grado di destreggiarsi nei meandri del web e degli algoritmi, incluso quello della chat più popolare: WhatsApp. A svelarne le strategie è una donna di 87 anni che, al Corriera della Sera, ha raccontato la sua esperienza.

Una frase su tutte ha destato l’attenzione: “Mi sono sentita quasi sotto ipnosi“. Un’indicazione piuttosto chiara sul metodo utilizzato dai truffatori che, sfruttando le loro abilità sul web, sono riusciti a reperire numerose informazioni sulla donna, iniziando un vero e proprio assedio. Tutto è cominciato con una telefonata, nella quale una persona misteriosa si è spacciata per sua nipote. La tecnica è stata standard: un fantomatico incidente occorso alla “mamma”, l’auto distrutta e il coinvolgimento di una ragazza incinta. Il tutto condito dall’esca: assicurazione scaduta e possibilità di arresto. A meno di un accordo bonario da 12 mila euro.

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La truffa degli incantatori, così entrano nelle chat: raggirata un’anziana

Nonostante la diffidenza, anche la minima possibilità che fosse successo qualcosa di grave a sua figlia e la somiglianza della voce a quella di sua nipote hanno fatto superare le reticenze all’anziana. La quale si è sentita riversata il peso della situazione interamente su sé stessa, con poco tempo per ragionare. Anche se, inizialmente, la preoccupata nonna ha cercato di far ragionare la “nipote” sulla possibilità di una truffa: “La mamma non è stupida, la conosci”. La chiave giusta per convincere la donna. Alla quale, nel frattempo, i truffatori avevano “bucato” il telefono per cancellare i contatti reali di figlia e nipote.

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Da lì in poi, la truffa si è consumata definitivamente. E’ intervenuto il sedicente avvocato, che ha fornito alla donna le istruzioni: separare banconote e oro in due sacchetti distinti, a consegnare a una persona già fuori dalla porta. Tale Maria. Il tutto mentre la “rassicurante” voce della falsa nipote la tranquillizzava: “C’è già una persona che ci aiuta“. Inutile dire che la promessa di riavere tutto entro il giorno dopo non è stata mantenuta. La truffa più subdola e vigliacca si era già manifestata in tutti i suoi effetti devastanti. Ora c’è un’indagine, con la speranza che la squadra di criminali venga smascherata.

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