Bitcoin, istruzioni per l’uso: perché c’è chi non si fida

Bitcoin non esiste, perlomeno fisicamente. Eppure, come le altre criptovalute, il suo peso specifico aumenta, senza appianare però i rischi.

Bitcoin
Foto di PIRO4D da Pixabay

Se si dovesse ragionare sul modo in cui le criptovalute sono state create, probabilmente si stenterebbe persino a dar loro credito. Figurarsi a pensare che possano rappresentare il futuro della finanza mondiale. E probabilmente anche del welfare economico se le sperimentazioni in atto in alcuni Paesi (Giappone e Cina su tutti) dovessero andare a buon fine. Come tutte le cose nate sul web, anche il mondo delle crypto sta facendo il suo percorso fra due binari paralleli: da un lato l’entusiasmo di chi le ritiene accessibili e potenzialmente remunerative ai massimi livelli. Dall’altro, il timore di chi vede in questo strumento più rischi che opportunità.

Il mondo della finanza è sostanzialmente diviso. Alcuni imprenditori guardano con positività alla valuta digitale, soprattutto il Bitcoin, senza forma fisica ma dalla sostanza pesante, per certi versi come per la moneta tradizionale. D’altro canto, la non piena regolamentazione del mercato, unita a una certa tendenza all’instabilità delle crypto, rende questo mondo tutt’altro che privo di pericoli. Paradossalmente, le possibilità di veder schizzare i propri rendimenti, è inversamente proporzionale a quella di perdere tutto nel giro di pochissimo tempo.

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Bitcoin, istruzioni per l’uso: ragionare prima di investire

Per questo, come tutto ciò che è figlio del web, la bilancia delle criptovalute è in perfetto equilibrio tra frenesia e prudenza. A oggi, sono circa 9 mila le monete virtuali in giro per il mondo, dalla granitica Bitcoin fino a Ethereum, Binance e alle più deboli (ma fino a un certo punto) come Dogecoin, nata per scherzo ma arrivata a superare sporadicamente i livelli delle migliori crypto. La pandemia ha indubbiamente dato una mano alla crescita del mercato e dell’influenza, portando le criptovalute a registrare prestazioni eccezionali. Specie a seguito di alcuni precisi endorsement fatti da personaggi importanti come Elon Musk.

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Non è roba da soli specialisti. Anche semplici investitori sono stati attratti dalla facilità di accesso alle criptovalute, scegliendo perlopiù di puntare su Bitcoin. La prospettiva di guadagno è infatti piuttosto elevata, specie in questo momento. Tuttavia, mentre qualcuno ha elogiato lo strumento, arrivando ad accettare pagamenti e addirittura sperimentandola come moneta di Stato, altri hanno scelto di frenare, indicando come, di fatto, le monete virtuali vengano scambiate a prezzi sempre più alti senza valere nulla nel concreto. Questo perché si tratta di corpi eterei, senza garanzie in caso di decrescita dell’andamento delle performance. Scegliere di investire in Bitcoin presume l’utilizzo di una piattaforma affidabile e, soprattutto, la conoscenza precisa del rischio. Trattandosi di un mercato volatile, la possibilità di perdere tutto senza rientrare di niente è concreta. Ma d’altronde gli amanti del rischio non mancano.

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