Casback tra gli immancabili furbetti e gli esercenti tartassati

Croce e delizia oggi per il sistema Italia, il cashback crea non pochi problemi ad una certa categoria di esercenti.

Furbetti Cashback
Furbetti Cashback (Adobe)

 

L’iniziativa del precedente Governo, guidato da Giuseppe Conte, nasceva per incentivare gli italiani a prediligere per le loro transazioni, carta di credito e bancomat, chiaramente con l’intenzione di dare un duro colpo alle operazioni in contanti che in qualche modo potrebbero tendere a favorire l’evasione fiscale. Ogni cittadino, precedentemente registrato al programma può quindi effettuare operazioni per l’acquisto di beni e servizi, escluso per quelli on line.

Al raggiungimento delle 50 operazioni, il cittadino registrato al programma, potrà usufruire di un rimborso del 10% sull’importo totale speso per le operazioni eseguite. Inoltre, il Supercashback assegna un ulteriore consistente bonus di 1500 ai cittadini risultanti tra i primi 100mila nella classifica generale. Un incentivo niente male, insomma, per optare su sistemi di pagamento diversi dal contante, ma anche per esibirsi in atteggiamenti nient’affatto leciti.

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Casback tra gli immancabili furbetti e gli esercenti tartassati: pompe di benzina prese di mira

Un classico in cui i cosiddetti furbetti del cashback si esibiscono molto più che spesso è il vero e proprio assalto ai distributori di benzina. Si inserisce il proprio bancomat o la propria carta di credito e si eseguono brevissime operazioni di rifornimento, ma veramente brevi. Parliamo di pochi euro, o addirittura pochi centesimi ad operazione. Il senso di tutto ciò? Far lievitare a dismisura il numero delle proprie operazioni complessiva per ottenere il rimborso finale.

Chiaramente ad essere danneggiati, come ultimamente denunciato dal gestore di una pompa di benzina di Ercolano, sono gli stessi esercenti, costretti a pagare le commissioni su ogni transazione, di fatto, fittizia dei propri clienti. Nel caso specifico, il benzinaio in questione ha ammesso di aver segnato il numero di targa del furbetto in questione.

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Di certo la vicenda non finirà qui, e l’esercente di Ercolano andrà avanti con la sua battaglia, per chiedere giustizia e battere, una volta per tutta i soliti furbetti.

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