WhatsApp, non ci sono più alternative: cosa sta già succedendo

A partire dal 15 del mese, i nuovi temuti termini per l’utilizzo di WhatsApp cambieranno. Forse, però, c’è un buon motivo per stare tranquilli.  

WhatsApp
Foto: Web

La data è quella del 15 maggio. Entro quel giorno, chi vorrà continuare a utilizzare WhatsApp dovrà aver fatto quello che era stato rimandato qualche mese fa: accettare determinate condizioni di servizio. Qualcuno lo ha già fatto, altri hanno ancora dei dubbi. Altri ancora, semplicemente, non lo faranno finché non sarà assolutamente necessario, magari l’ultimo giorno utile. Una cosa è certa: l’aggiornamento è obbligatorio e, volenti o nolenti, per proseguire con l’app di messaggistica istantanea più famosa e utilizzata dovremo accettarlo prima o poi.

C’è chi in questi giorni denuncia un cattivo funzionamento di WhatsApp web: la chat scompare e non si ricarica, potrebbe essere avvisaglia di ciò che accadrà.

Di cosa si tratta lo sappiamo ormai da tempo. Un rinnovamento dei termini di servizio e dell’informativa sulla privacy di WhatsApp, che cambieranno rispetto a quanto è stato finora. Verranno per questo fornite delle informazioni aggiuntive circa la finalità del trattamento dei dati e sulle strategie che le aziende utilizzeranno per usare i servizi Facebook per la gestione delle chat WhatsApp. Il messaggio è chiaro e gira sulla nostra app già da diversi giorni: “Toccando Accetto accetti i nuovi termini in vigore dal 15 maggio 2021. Dopo tale data dovrai accettare i nuovi termini per continuare a utilizzare WhatsApp“.

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WhatsApp, non ci sono più alternative: il chiarimento dell’app

In soldoni, accadrà fondamentalmente questo: a partire dal 15 maggio, WhatsApp inizierà a utilizzare i dati degli utenti in condivisione con Facebook (che detiene WA dal 2014). Si tratta di informazioni quali dati anagrafici, gli aggiornamenti dello stato, i numeri telefonici, le foto profilo. E anche le informazioni di contatto (modello del telefono, contatti, sistemi operativi e persino la compagnia telefonica). Almeno inizialmente, si imputava all’app un deficit di informazione e poca chiarezza sulla natura della modifica. Con tanto di migrazione annessa su altre app come Telegram, che ha perfino messo a disposizione dei nuovi utenti la possibilità di trasferire le chat di WhatsApp.

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Per questo lo stato maggiore dell’azienda si è vista costretta a precisare che la tanto temuta condivisione non avverrà. Niamh Sweeney, direttore delle politiche di WhatsApp (Europa, Africa e Medio Oriente), ha fatto sapere che “non ci sono modifiche alle pratiche di condivisione dei dati di WhatsApp nell’area Europea a seguito dell’aggiornamento. WhatsApp non condivide i dati degli utenti dell’area europea con Facebook affinché quest’ultima li utilizzi per migliorare i propri prodotti o i propri annunci  pubblicitari”. Dichiarazioni di peso, anche considerando che in Europa vigono le regole del Garante della privacy, al quale ogni azienda dovrebbe rivolgersi (tramite la Commissione irlandese) per modificare le proprie impostazioni. Teoricamente un motivo in più per stare tranquilli.

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