Truffe online: i brand più imitati sul web a cui prestare massima attenzione

Gli hacker quando compiono delle truffe online utilizzano dei marchi prestigiosi contraffatti. Scopriamo insieme quali sono quelli in cui ci si può imbattere più facilmente

truffe online

Le difficoltà economiche generate dal covid hanno dato maggior linfa ad un fenomeno già piuttosto in auge, ovvero quelle delle truffe online. I malviventi per non fallire i loro colpi si avvalgono di tecniche ormai sempre più collaudate.

Tra queste c’è senz’altro quella dei marchi contraffatti. Gli hacker infatti, grazie alle loro conoscenze informatiche sono in grado di riprodurre i siti di importanti brand mondiali, che solitamente operano con gli utenti. Un modo per rendersi credibili e far cadere nelle propria trappola i malcapitati di turno tramite il subdolo meccanismo del phishing. Vediamo quali sono quelli più utilizzati in modo tale da mettere in allarme le persone che ci si imbattono.

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Truffe online: i brand più imitati dagli hacker

A tal proposito Check Point, azienda israeliana produttrice di dispositivi rete e software, ha stilato una classifica dei marchi più imitati per mettere a segno le truffe online attraverso email ed sms:

  • Microsoft 39%
  • DHL 18%
  • Google 9%
  • Roblox 6%
  • Amazon 5%
  • Wells Fargo 4% 
  • Chase 2%
  • Linkedin 2%
  • Apple 2%
  • Dropbox 2%

Gli indizi per sventarle però ci sono. Spesso infatti le email in questione contengono diversi errori grammaticali dovuti alle traduzioni fatte con appositi traduttori online. Alle volte infatti può capire che i truffatori siano stranieri e provino ad adescare persone di paesi differenti.

Un altro fattore che può venire in soccorso è la “fretta” che lasciano trasparire, millantando operazioni bancarie da compiere il prima possibile per evitare chiusure o blocchi. Ad ogni modo è bene ricordare che nessuna banca fa comunicazioni di questo tipo da remoto.

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Un trend che nel primo trimestre del 2021 è aumentato ulteriormente così come testimoniano i dati divulgati da Omer Dembinsky, Data Research Manager di Check Point. La graduatoria sopracitata però può essere di grande aiuto per evitare di essere raggirati e di perdere dati sensibili e/o denaro. 

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