Conto corrente, dalla scelta dipende tutto: cosa fare per non sbagliare

Meglio non agire nella logica dell’accumulo. Il rischio è che si spenda più di quanto non si pensi. Del resto il conto corrente non è un forziere.

Conto corrente
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Negli ultimi tempi si è spesso parlato dei rischi corsi dai nostri conti correnti sul piano della tassazione. E sono stati ripetuti gli inviti a mantenere il livello di guardia sui soldi contenuti, al fine di non sforare il limite entro il quale non vengono versate né commissioni né possibili imposte. Non sempre, tuttavia, è chiaro quale sia effettivamente il conto corrente da tenere d’occhio o quantomeno la strategia da non seguire al momento dell’apertura. In sostanza, se si conoscono le soluzioni più utili per risparmiare, diverso è il discorso relativo a quelle per non spendere. Non è esattamente la stessa cosa.

Dal momento che l’emergenza sanitaria ha aumentato non solo i rischi ma anche i timori, legati soprattutto al fatto di ritrovarsi senza liquidità, ecco che una particolare attenzione da parte del contribuente diventa fondamentale. Questo vale per l’accumulo dei risparmi, tendenza rafforzata dalla pandemia, e anche per la scelta del conto da aprire. Va detto che quella del risparmio è una pratica comune ma è anche vero che mettere i soldi in banca, e possibilmente non in modo stagnante, significa risparmiarsi parecchie incombenze.

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Conto corrente, dalla scelta dipende tutto: come evitare le batoste

Proteggere i propri risparmi non significa quindi nasconderli ma difenderli dai possibili rischi. In questo senso, la stasi e l’accumulo sul conto non sono buone soluzioni, anzi. Il problema è che oltre ai costi relativi al conto corrente, subentrano anche quelli per la banca di riferimento, tenuta a pagare a sua volta per le giacenze elevate. Inevitabile che non possa pagarli di tasca propria ma vada a chiederli proprio a coloro che sono responsabili di tali stasi. Ecco perché una prima soluzione è proprio quella della mobilità: un denaro che non sia in attesa di accumulo ma che arrivi a portare rendita.

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Anche gli istituti stessi, in molti casi, invitano i propri correntisti a stare attenti alla stagnazione. Già oltrepassati i 5 mila euro si profila il rischio di un importo da pagare, anche se in forma contenuta. Figurarsi se il credito supera i 100 mila euro: i costi aggiuntivi salgono, sia per i clienti che per le banche. Un circolo vizioso che non conviene alle seconde, figurarsi ai primi. Del resto, i rischi più elevati li corrono i conti correnti più alti, in alcuni casi sfiorando la possibilità della chiusura, proprio per contenere gli eccessivi costi. Scoraggiare le stasi è un passo che le banche fanno. La palla però la gestiscono i clienti.

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