Truffe al telefono, l’esca invisibile: così veniamo raggirati

La pandemia ha favorito la crescita della rete delle truffe, online e via telefono. I trucchi sono più o meno sempre gli stessi, uno in particolare.

Truffe trucco
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Lo abbiamo detto tante volte: la digitalizzazione forzata, portata come effetto collaterale dalla pandemia, ha concesso uno sprint mai visto al sottomondo delle truffe. Online, via telefono, per forza di cose meno da un punto di vista di porta a porta. Fatto sta che i rischi di cadere in una trappola sono proporzionali alla comodità di poter fare praticamente tutto tramite dispositivi mobili e comodamente da casa. Chiaro che, in questo contesto, un minimo di “addestramento” a riconoscere le possibili truffe diventa essenziale.

Truffe telefoniche e via web vanno ormai quasi di pari passo. Questo perché i dispositivi mobili sono di fatto veri e propri pc tascabili e attraverso di loro vengono effettuate operazioni di ogni tipo, incluse quelle di pagamento. Se due più due fa quattro, ecco che i pirati lanciano i loro rampini proprio su questi canali, cercando di sfruttare sia la via telefonica che quella della mail per mettere a segno i loro saccheggi. Molte volte, un pizzico di sagacia può salvarci. Altre volte, invece, l’abilità del truffatore è migliore della nostra nel neutralizzarlo.

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Truffe al telefono, l’esca invisibile: come viene carpita la nostra fiducia

Eppure i sistemi sono più o meno sempre gli stessi. Phishing, smishing, mail particolari, link che promettono di sistemare un problema o addirittura vere e proprie lettere false, con tanto di marchi e reindirizzamenti a siti contraffatti. Sistemi che, su un bacino di utenti piuttosto ampio, qualche colpo riescono a metterlo a segno. E quasi mai si tratta di pochi soldi, visto che perlopiù gli artefici delle truffe mettono nel mirino gli homebanking o le carte ricaricabili. Trucchi che funzionano e uno in particolare. Più subdolo e più efficace degli altri. Paradossalmente, anche il più comune.

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Il trucco piuttosto semplice. Molto spesso, i truffatori sanno chi siamo e conoscono il nostro nome, arrivando a usarlo come grimaldello per carpire la nostra fiducia. Spacciandosi, naturalmente, per un’azienda o un istituto che riteniamo affidabile o alla quale ci appoggiamo per i nostri risparmi. Chiamate, sms, mail… Gli strumenti sono tanti ma, quando si ricevono determinati colpi di telefono o qualche messaggio di questo tipo, la parola d’ordine è prudenza. Mai fidarsi o, quantomeno, affidarsi ai medesimi istituti. Magari contribuiranno a non farci cadere nella trappola.

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