Agenzia delle Entrate senza pietà ma il rimborso è possibile

L’attuale momento storico non sembra prevedere per alcuni enti un cambiamento di rotta, almeno negli atteggiamenti.

Agenzia delle Entrate credito di imposta
Foto: Web

Il momento storico, socialmente ed economicamente lo conosciamo. La pandemia ha letteralmente messo in ginocchio quel che ancora restava del nostro contesto socioeconomico, molte le misure da parte degli esecutivi succedutisi per provare a sostenere in qualche modo i cittadini italiani in un momento tanto difficile. Numerosissimi gli sforzi per liberare i cittadini stessi dall’oppressione fiscale e dai debiti arretrati.

Al momento la condizione lavorativa non è ottimale per tutti. Aziende hanno chiuso, altre hanno ridotto la loro mole di lavoro, altre ancora, in determinati settori turistici dallo scorso anno sono ferme e non sanno ancora quando potranno riprendere la propria attività. In questo senso, il Governo è stato vicino agli italiani, con una serie di misure che hanno contribuito e contribuiscono a tenere viva la loro speranza, e ad andare, insomma avanti.

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Agenzia delle Entrate senza pietà: le cartelle esattoriali non si fermano

Il punto centrale, al momento, è rappresentato dal caso delle cartelle esattoriali di Equitalia che continuano ad arrivare senza alcuna pietà. Il Governo in tal caso aveva previsto una sospensione di determinate operazioni, ma in alcuni casi, la stessa Agenzia delle Entrate dispone il prelievo delle quote dei rateizzi stipulati dai debitori, venendo meno, insomma a quell’accordo di relativa pace, che dovrebbe durare ancora un bel po’ di giorni.

Le banche, dal canto loro, si dicono autorizzate dalla stessa Agenzia e quindi non si ritengono responsabili di quanto sta accadendo. Le cartelle insomma non si fermano, nel senso che i rateizzi continuano a farsi sentire, e per questo, gli utenti possono alla fine chiedere di essere rimborsati delle somme pagate, in un momento in cui, di fatto, tutto doveva restare fermo.

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Non tutto, insomma, va alla perfezione, ma si può sempre comunque rimediare chiedendo un rimborso.

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