Reddito di emergenza, ecco quali sono i punti chiave

Il reddito di emergenza è senza alcun dubbio uno degli argomenti più chiacchierati di queste ultime settimane: ecco tutti i dettagli.

reddito di emergenza
(Fonte: Pixabay)

Il reddito di emergenza è una delle misure introdotte nelle ultime settimane che maggiormente sta facendo parlare. Una novità molto importante è quella di un allargamento della platea dei beneficiari di questo bonus, che per molti non può non risultare fondamentale ed essenziale.

Ma è giusto, vista la delicatezza dell’argomento, provare a spiegare quali sono tutti i meccanismi che ci sono dietro e come viene stabilito a chi spetta. D’altronde si sta trattando di un sussidio che per molte famiglie può rappresentare davvero ossigeno e permettere di tirare un sospiro di sollievo. Non resta così che sciogliere qualche dubbio e rispondere a tante domande che i cittadini si staranno sicuramente facendo in questi ultimi giorni.

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Reddito di emergenza, gli aspetti che più contano

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Sottolineando e ricordando come la presentazione delle domande ha preso il via oggi 7 aprile, le risorse predisposte per questa forma di aiuto corrispondono a un complessivo di 1,5 miliardi. Insomma, una cifra comunque abbastanza considerevole. L’Inps ha fatto chiarezza in tante occasioni, sottolineando come siano senza alcun dubbio aumentati gli aventi diritto. Tutto questo inevitabilmente si lega alla situazione pandemica, che ha avuto un impatto devastante su svariati settori.

Ci sta però un altro aspetto importante su cui vanno sciolti tutti i dubbi che possono essere sorti. Infatti il reddito di emergenza può essere richiesto dai lavoratori che hanno concluso il periodo di corresponsione della Naspi o DIS-COLL nel lasso di tempo interposto tra il primo luglio 2020 e sino alla data del 28 febbraio 2021. Dunque un punto chiave di questa misura.

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Per chiarire altre cose si può dire che per usufruire di questo bonus è necessario avere la residenza in Italia. Inoltre l’Isee non deve essere superiore al limite massimo di 10.000 euro, incrementato di 5.000 euro per ogni membro familiare seguente al primo, sino alla soglia massima del valore di 20.000 euro. Insomma, una serie di condizioni sono essenziale. Ma l’Inps, come detto, ha cercato davvero di fare chiarezza.

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