Alitalia una crisi senza fine: le ultime vicissitudini della compagnia di bandiera

Alitalia sta vivendo l’ennesimo periodo di profonda difficoltà. A farne le spese sono i dipendenti che devono fare i conti con drastici tagli degli stipendi

Alitalia
Fonte Pixabay

La situazione finanziaria critica di Alitalia di certo non la scopriamo oggi, ma il periodo storico critico la sta accentuando notevolmente. Le limitazioni della mobilità stanno avendo degli effetti devastanti sulle compagnie aeree, basti pensare che nel 2020 circa 30-40 sono state costrette a chiudere i battenti.

Uno scenario che potrebbe interessare anche l’azienda italiana, laddove non vengano presi dei seri provvedimenti. Per questo è stato presentato al Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti un piano per scongiurare il fatto. Serve liquidità per tenere in piedi il tutto ed evitare che la situazione precipiti definitivamente.

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Le difficoltà di Alitalia: taglio stipendi e rischio fallimento

L’aspetto che più esemplificativo della crisi profonda di Alitalia è l’incapacità di pagare gli stipendi al personale. Metà dei dipendenti sono in cassa integrazione e hanno ricevuto la metà del salario. L’altra parte arriverà grazie ai sussidi previsti dal Decreto Sostegni. 

Nel frattempo però i sindacati si stanno facendo sentire e hanno messo in atto una protesta per i ritardi e gli intoppi burocratici per la ristrutturazione di Alitalia generati dalle richieste della Commissione Europea. 

In cambio del denaro per fronte all’emergenza, Bruxelles chiede la cessione di un elevato numero di slot, la riduzione della flotta a 47 aerei, la riduzione consistente del personale e soprattutto il divieto di usare il logo Alitalia per almeno 2 anni. Una situazione inaccettabile sia per il Governo che per i sindacati, secondo cui questa manovra è finalizzata al fallimento e alla liquidazione della compagnia.

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Al momento lo spettro di dover lasciare a terra i velivoli è piuttosto concreto. I competitor sono già alla finestra per accaparrarsi le rotte che lascerebbe in dote la compagnia italiana. L’auspicio è che l’accordo si chiuda a breve, ma anche questa via porterà a conseguenze tristi con dei tagli del personale addirittura del 65%. Degli 11mila dipendenti attuali ne resterebbero poco più di 3mila. 

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