Il cashback è un successo ma vogliono togliercelo: a chi conviene

Il successo dell’iniziativa non ha allontanato le voci di una possibile chiusura anticipata di tutta l’operazione.

Cashback

Il cashback ha funzionato, sta funzionando, ha fatto in modo che numerosissime operazioni che prima sarebbero state sicuramente caratterizzato da transazioni in contanti, avvenissero con carta di credito o bancomat. Il cashback ha quindi contribuito a combattere in parte l’evasione fiscale, a favorire il tracciamento delle operazioni e quant’altro. Ma tutto questo potrebbe non bastare. Nel Governo si vocifera di un piano per eliminarlo.

Le ragioni, appaiono al momento poco chiare, si tratterebbe di motivazioni di natura politica secondo molti, non del tutto derivanti da pratici ragionamenti. C’è semplicemente chi vorrebbe utilizzare i fondi da impiegare per la restituzione agli italiani della percentuale sugli acquisti, per altre cose. La motivazione potrebbe quindi essere esclusivamente questa. Ragioni politiche e di opportunità. La misura funzionava, stava funzionando, il fatto che la si voglia eliminare, nonostante tutto, colpisce.

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Il cashback è un successo ma vogliono togliercelo: alcune delle posizioni nel Governo

Come si è detto la motivazione per la quale si pensa di abbandonare il progetto cashback potrebbe essere di natura puramente politica e di opportunità, ma nell’attuale Governo, considerata la larga maggioranza e l’abbondare di posizioni diverse e contrastanti un po’su tutto, le ragioni potrebbero anche essere altre. Ultimamente si era anche pensato ad una misura per colpire chi fa il furbo con il cashback. Quelli che, ad esempio, compiono 5 operazioni al posto di una soltanto, ad esempio per fare benzina, e di conseguenza aumentano il numero complessivo di operazioni per accedere al bonus.

Una delle più recenti posizioni espresse, in merito alla misura è quella dell’attuale sottosegretario all’Economia in quota Lega, Claudio Durigon, in questa fase favorevole alla misura rispetto a qualche settimana prima: “Ha costituito un segnale positivo per i pagamenti digitali soprattutto per la percentuale della quota dei pagamenti elettronici sul numero totale di transazioni“.

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“Il programma sta facendo registrare un numero sempre crescente di aderenti –  continua Durigon –  passati da quasi 6 milioni nel periodo sperimentale del dicembre 2020, con più di 4 milioni di utenti attivi, a più di 8,5 milioni con 7 milioni di utenti attivi».

 

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