Conti correnti, attenti allo smishing: in questo modo vi rubano i soldi

Brutte notizie per molti correntisti che si sono visti svuotare i propri conti correnti attraverso la truffa dello smishing. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.

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Soldi riciclati (Fonte foto: web)

In un’epoca come quella attuale in cui siamo sempre tutti connessi, è facile riuscire a comunicare con amici, parenti e aziende collocate in ogni angolo del pianeta. A partire dalle e-mail, passando per gli sms, fino ad arrivare ai vari siti web e social network, d’altronde, abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta. Come spesso accade, però, dietro a delle grandi opportunità si possono nascondere anche delle insidie.

Ne sono un chiaro esempio i vari tentativi di raggiri online, come ad esempio la truffa del codice a sei cifre di Whatsapp, oppure messaggi truffaldini tramite e-mail e social network. Proprio in questo contesto vi parliamo di una nuova truffa che viene attuata attraverso la tecnica dello smishing e che ha già fatto cadere in trappola un gran numero di utenti. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa è successo.

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Conti correnti, attenti allo smishing: polizia recupera 300 mila euro

Truffe sms

Da dicembre ad oggi la polizia postale ha ricevuto molte denunce da parte di cittadini finiti nella trappola dello smishing. Una truffa dal valore di circa 500 mila euro, con gli agenti che sono riusciti a recuperare 300 mila euro. Ma in cosa consiste tale truffa? Il malcapitato di turno riceve un sms che sembra essere inviato dalla propria banca di riferimento. Nel messaggio in questione si informa l’utente di alcune movimentazioni sospette sul conto oppure di finti problemi con l’home banking. Si invita quindi il destinatario del messaggio a cliccare su un link che rimanda ad un sito dove inserire le proprie credenziali.

Proprio qui scatta la trappola, con l’ignaro utente che finisce in questo modo per fornire i propri dati ai truffatori. Al fine di rendere il tutto più credibile, inoltre, vengono inviati dei messaggi che vengono recepiti dai telefoni come inviati effettivamente dalla banca. L’utente viene quindi inviato a rimuovere l’applicazione, con quest’ultima che viene in seguito reinstallata dai truffatori. Questi ultimi possono così agire in modo indisturbato, svuotando il conto. Ma non solo, in alcuni casi i truffatori riescono ad entrare in azione grazie ai bollettini postali online.

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Dopo aver ricevuto un sms, ad esempio, degli utenti sono stati invitati a disinstallare l’applicazione, per poi scoprire che qualcuno aveva sottratto loro ben 43 mila euro attraverso l’emissione di bollettini postali. Le indagini, svolte dalla Polizia Postale di Bologna e coordinate dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, sotto la direzione della procura della Repubblica di Bologna, hanno in questo modo permesso di bloccare il flusso di denaro e verificare numerose truffe ai danni di correntisti residenti a Torino, Brescia, Milano, Teramo e Cagliari.

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