Stando ai dati riportati dall’Inps, il mese di dicembre è stato a dir poco negativo. Ma è giusto entrare nel dettaglio e nello specifico.

Il 2020 è stato senza alcun dubbio un anno difficile per il mondo di lavoro e dell’impresa. A dirlo non sono solo le sensazioni, ma anche i dati e i numeri che si hanno e che si riscontrano. Il punto di riferimento non può, in questi casi, non essere l’Inps. Ed ecco le ultime cifre si riferiscono al mese di dicembre e fanno capire come l’andamento sia stato tutt’altro che positivo.
Infatti è stato fatto il punto di 365 giorni che sono stati davvero molto complicati. A dirlo è il saldo annualizzato dei posti di lavoro, che è un indicatore davvero molto importante e a dir poco fondamentale quando si affronta questa tematica. Infatti questo consiste nella differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi. Ma quali sono i numeri? Giusto entrare nel dettaglio e nello specifico di tutti i dati.
Inps, dati negativi sul saldo annualizzato: i dettagli

Sull’osservatorio Inps del precariato si legge infatti che il dato è di 660mila lavoratori in meno. Cifre che non sono altro che il risultato di una crescita per il lavoro a tempo indeterminato, che ha fatto segnare un aumento di ben 259mila unità. Accanto a questa però è stata registrata una perdita non indifferente per tutte le altre tipologie di contratto: -919mila. Un dato che tra l’altro, se ci si sofferma sul mese di dicembre, sarebbe in netto e chiaro peggioramento.
A essere in piena crisi sono i rapporti di lavoro a termine, crollati di ben 493mila unità. Comunque va detto che a incidere è stato la misura del blocco dei licenziamenti, decisa dal Governo per fare fronte all’emergenza sanitaria creata dalla pandemia da Covid-19, che dura ormai da un anno e che ha cambiato le vite di tutte e che sta condizionando il sistema e il tessuto economico del Paese.