Zona rossa, chi ha questi ristoranti resta aperto: ecco perché

Se si svolge un servizio mensa da norma contrattuale, si resta aperti. Questo accomuna diversi ristoranti, indipendentemente dai codici Ateco di riferimento.

Ristoranti
Foto © Pixabay

Tutti chiusi? Non esattamente. I ristoranti hanno subito la sorte peggiore (assieme al settore dello sport) nella fase delle chiusure imposte dalla pandemia, sia per il lockdown di un anno fa che per le aperture contingentate dei mesi successivi. A ogni modo, fermo restando che non tutta l’Italia è stata posta in zona rossa, pur non funzionando come nel periodo pre-Covid, alcuni ristoranti continueranno a fornire il loro servizio. Da asporto, certo, ma anche per altre ragioni, qualora rientrino in determinate categorie.

Alcuni ristoranti, in effetti, svolgono un servizio essenziale come quello di fungere da mensa. E, per questo, sfruttando una concessione del Decreto Legge, di fatto riescono a rimanere aperti nonostante le chiusure imposte dal governo a seguito della nuova salita del tasso di positività. In questo quadro, tuttavia, ci sarebbe anche qualcuno rimasto aperto quando non doveva. Un sospetto che si inserirebbe proprio nella deroga al Dl concesso dal suddetto servizio e che, ancora una volta, parla di una categoria in estrema difficoltà, tanto da cavalcare un cavillo legislativo pur di sfuggire alla chiusura.

LEGGI ANCHE >>> Zona rossa, sorpresi dai militari, si nascondono ovunque: multate 70 persone

LEGGI ANCHE >>> Assegno unico per famiglie con figli: spariscono Bonus e Anf

Zona rossa, chi ha questi ristoranti resta aperto: un accordo particolare

Se si è coinvolti nel servizio mensa, si può restare aperti e continuare a lavorare. Un lavoro a pieno regime di fatto, nonostante il cambio di colore imposto dal governo. Lo prevede comunque il decreto, secondo cui i ristoranti possono “svolgere le attività di mense e catering continuativo su base contrattuale”. Naturalmente il tutto in ottemperanza alle normativa di sicurezza anti-Covid (distanziamento, mascherine, ecc…). Requisito essenziale, l’aver sottoscritto un contratto che preveda “la somministrazione di alimenti e bevande” nei confronti di alcune aziende. In sostanza, svolgere il regolare servizio mensa.

In questo senso, le attività ristorative continuano a funzionare indipendentemente dai codici Ateco di riferimento (56.29.1 per le mense e 56.29.2 per i catering). A patto, ovviamente, che sia in modo esclusivo per i dipendenti delle aziende in questione. Dovrà quindi essere posto in essere il requisito della cosiddetta ristorazione collettiva. In sostanza, liberi professionisti o altri autonomi non possono accedere al servizio. Il quale non è esclusivo ma può essere accordato con più aziende contemporaneamente. In pratica, nonostante le chiusure si rimane aperti. E a tempo pieno.

Impostazioni privacy