Cashback, i furbetti non si arrendono: arrivano quelli del “POS da divano”

La modalità di rimborso instaurata dal Governo Conte sta portando alla luce sempre più persone che ingannano il metodo.

cashback

Come si è potuto notare in questo ultimo periodo, i furbetti del Cashback stanno aumentando a dismisura, arrivando ad inventare metodi sempre più ingegnosi per raggirare il sistema di rimborso progettato dal Governo Conte.

Uno dei nuovi metodi che è stato adottato è quello dei furbetti del POS da divano, dove alcuni utenti effettuando delle transazioni comodamente dal proprio divano di casa utilizzando un POS senza partita IVA sono riusciti a raggirare il metodo.

Successivamente basta inserire le transazioni nella dichiarazione dei redditi ed il gioco è fatto. Molti sono stati scoperti, addirittura un utente aveva effettuato più di 1700 transazioni in 59 giorni.

Cashback, i furbetti non si arrendono: arrivano quelli del “POS da divano”

Il Governo Draghi sta cercando sempre con maggior forza di intervenire sui “furbetti del cashback” limitando la problematica dell’evasione che da giorni sta facendo scalpore.

Ma le difficoltà incontrate non sono assolutamente di poco conto, anzi!

Partiamo da due presupposti fondamentali che potrebbero rischiare di compromettere la penalizzazione dei furbetti: per prima cosa la mole infinita di transazioni che sono state sviluppate tramite cashback, parlando solo del primo semestre, quindi non ancora del periodo natalizio, ammontano a circa 200 milioni.

Inoltre come secondo punto cardine vi è la privacy, ovvero che sono segnati i dati di coloro che hanno l’app, ma non si può risalire a ciò che hanno comprato, dunque non si possono valutare quelle microtransazioni effettuate, tra cui vi potrebbero essere quelle evasive.

Per queste ragioni si stava pensando dunque di tagliare il Cashback dal budget del 2022.

La soluzione di rimborso ideata dal Governo Conte infatti era stato già messo in discussione in questi giorni, ma al momento sembrerebbe sia stata presa in considerazione realmente l’intenzione di abbandonare il progetto.

In corso d’opera ci sarebbe la chiusura anticipata del rimboro eliminandolo a partire da dicembre 2021, risparmiando in tal modo i 3 miliardi previsti per il 2022. I rimborsi, guardando al programma originario, sono effettuati su tre semestri: 1° gennaio 2021 – 30 giugno 2021; 1° luglio 2021 – 31 dicembre 2021; 1° gennaio 2022 – 30 giugno 2022.

Il progetto Cashback potrebbe dunque definitivamente chiudersi. Il bonus elargito dal Governo Conte potrebbe infatti dover essere cancellato per l’arrivo degli aiuti del Recovery plan.

Il Governo Draghi infatti certamente avrà altre priorità molto più importanti rispetto a questa soluzione, dato che altri potrebbero essere i meccanismi sui quali il nuovo governo vorrà puntare.

Il Parlamento è dunque pronto molto presto a scegliere la strategia da adottare e Draghi ha affidato la direzione del lavoro al Ministro dell’Economia Daniele Franco, che dovrà prendere in mano le redini.

Il Piano nazionale riguarda in particolare due punti nella presentazione del Next Generation Eu: per prima cosa bisognerà individuare gli obiettivi strategici, e poi cancellare tutti quei micropiani non indispensabili al momento all’economia del paese, tra i quali il cashback.

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